Festeggiamenti a Nablus. Non si hanno notizie di analoghi festeggiamenti a Gaza
Finalmente il nostro splendido capo del governo, Mario Monti, ha mostrato di avere una spina dorsale, sollevandosi dalla perenne posizione genuflessa che ha finora avuto nei confronti della Germania. La Germania vota in un certo modo? E noi votiamo in un altro modo.
Questo miracolo è avvenuto il 29 novembre quando all'Assemblea Generale dell'Onu si è votato per l'ammissione della Palestina quale "stato osservatore". Gli Stati Uniti hanno votato contro e la Germania si è astenuta? Bene: noi Italia, paese ammirabile per coerenza e rettitudine, votiamo a favore.
Questa scelta è stata una scelta politica, non certo tecnica: scelta che - se Monti avesse avuto un po' di dignità e senso dello Stato - avrebbe dovuto prima discutere in Parlamento e da esso averne logico mandato. Invece ha proceduto per la sua strada, rovesciando una posizione ufficiale dello stato italiano che sullo stesso argomento, nel luglio del 2011, aveva votato in maniera opposta a quella attuale.
Con quale diritto un governo tecnico, creato dal nulla per fronteggiare la sola emergenza economica, nel quale nessun componente è espressione della volontà popolare - che salvo dimenticanze è fondamentale perché un paese possa definirsi democratico - si è permesso di ribaltare una scelta legittima fatta dal precedente governo politico?
Certo, ci sarebbe voluto un grande coraggio per votare "no" come hanno fatto 9 stati; ce ne sarebbe voluto anche per astenersi, come hanno fatto 41 stati, tra i quali alcuni della nostra Europa. Unita? Balle! E invece, senza alcuna dignità, ci siamo allineati alla massa dei 138 voti a favore, tra i quali quelli di Ahmadinejad e di Chavez, famosi rappresentanti della democrazia.
Subito dopo il voto, il ministro degli Esteri, Terzi - colui che con coraggio si batte per il rilascio dei nostri due "marò" prigionieri in India - ha piagnucolato: «
Speriamo che l'Anp non approfitti di questo successo».
Bene, almeno questa volta, i Palestinesi potranno festeggiare davvero: dopo essere scesi in piazza per esultare per l'abbattimento delle torri gemelle o per l'uccisione dell'ambasciatore Stevens in Libia, questa volta possono esprimere la loro gioia a ragion veduta.
La pace è più vicina? Chi pensa ciò è semplicemente un idiota. La risoluzione votata all'Onu non ha alcuna precondizione, nemmeno la più semplice perché possa parlarsi di pace: il riconoscimento da parte dei Palestinesi del diritto all'esistenza di Israele.
Vorrei semplicemente ricordare che questo voto annulla di fatto gli accordi di Oslo del 1992, che prevedevano il riconoscimento di una stato di Palestina in cambio di alcuni passi sulla via del reciproco riconoscimento, passi che non sono mai stati fatti e che l'Anp - e figuriamoci Hamas - ora si guarderanno bene dal fare.
Qualcuno ha dei dubbi sulla reale volontà di pace del mondo palestinese? Si colleghi al sito ufficiale "Palestinian Media Watch" e legga cosa c'è scritto. Non l'istruzione di Israele come Stato, bensì l'annientamento degli Ebrei, di tutti gli Ebrei, in tutto il mondo.
La reazione stizzita di Israele non si è fatta attendere: via libera a nuove abitazioni in aree contese.
Qualcuno - i malevoli non mancano mai - ha insinuato che Monti abbia deciso questo voto in cambio degli investimenti che il Qatar ha promesso di fare in Italia, oppure - la maldicenza ha abissi che non conosciamo - che abbia voluto ingraziarsi Bersani, futuro vincitore delle prossime elezioni politiche, che aveva "auspicato" (ormai i nostri politici sanno solo "auspicare") un voto in tal senso.
Noi respingiamo fermamente queste ipotesi. Monti è un uomo di coraggio. Ne ha avuto tantissimo per imporre tasse, balzelli e annessi, spremendoci come spugne. Va bene che non è riuscito, di contro, a tagliare i costi della politica (dagli emolumenti e privilegi faraonici della casta della quale fa parte a buon diritto, dal numero dei parlamentari al finanziamento pubblico ai partiti e inezie simili), ma, che volete, queste sono banalità. Quando si tratta di scegliere tra Stati Uniti e Iran, egli non ha avuto alcun dubbio.
Viva l'Italia, che ancora una volta rinnega le sue alleanze e affoga nella sua incoerenza e mediocrità.