Georg Wilhelm Friedrich Hegel (1770-1831)
Dopo le parole di Gianfranco Fini al Congresso del P.d.L., i nostri politici hanno dovuto con fatica far spazio nel grande
mare magnum delle loro conoscenze per inserire il concetto di "Stato etico". Dopo aver sentito Fini mi sono reso conto che Gasparri, almeno su un punto, ha ragione: nel Fronte della Gioventù si leggeva Evola perché Gentile non lo capiva nessuno. Mi reca un grande fastidio che questo concetto abbia assunto significato negativo perché distorto. È quindi cosa buona e giusta chiarire questo principio basilare per la lotta contro il liberalismo politico.
Il concetto di Stato etico nasce con Hegel, il quale non si proponeva certo di creare un nuovo tipo di Stato, ma solo chiarire come tale istituzione è e deve essere.
Nella "Enciclopedia delle scienze filosofiche", il pensatore di Stoccarda definisce lo Stato come sede della moralità sociale. Con questo non dobbiamo immaginare un'istituzione che imponga determinati valori o scelga per noi. Lo Stato etico deve conciliare i molteplici interessi della società civile ed è per sua natura laico, perché altrimenti cederebbe la sua sovranità e la libertà dei cittadini a un'istituzione religiosa particolare.
Non supremazia di una cultura, ma sintesi; Stato non di una parte ma di tutti.
Possiamo qui vedere l'influenza di Rousseau, letto dal giovane Hegel, e notare la connessione tra "moralità sociale" e "nazione" come base dello Stato. Conosciamo infatti la convinta scelta antimondialista e la fede nelle culture dei popoli del filosofo tedesco. Non può esserci autorità per la Chiesa, il clericalismo e ogni ingerenza religiosa sono assolutamente estranee all'idea di eticità dello Stato.
Hegel afferma esplicitamente che lo Stato etico non è dispotico. La sovranità appartiene soltanto alle leggi. Questo concetto è alla base del cosiddetto "Stato di diritto", fatto proprio da tutti i paesi liberali. Proprio molti eredi di Hegel sono diventati liberali: Ruge, Feuerbach, Spaventa, Croce, ma anche pensatori come Marx ed Engels. E il concetto di Stato etico è stato preso in considerazione da un intellettuale non certo tacciabile di poco attaccamento alla libertà e alla laicità: Piero Gobetti.
Dove nasce allora il contrasto tra Stato etico e liberalismo politico? Cosa possiamo prendere della dottrina hegeliana come attuale e come principio di lotta politica antisistema? L'idea di Stato come libertà e di libertà dell'individuo solo nello Stato e non al di fuori di esso. Il liberale vede solo la libertà individuale e crede che l'uomo debba conquistarsela contro lo Stato; la libertà dallo Stato è il concetto basilare per il liberalismo ma anche per il suo fratello diverso: il socialismo marxista. Per quest'idea di libertà Hegel è diventato un filosofo maledetto e il pensiero fascista è diventato il grande epurato tra le culture politiche italiane.
L'idea dello Stato come libertà è molto più comprensibile e attuale oggi che nel XIX secolo. Nell'era della globalizzazione, in cui il potere economico delle multinazionali ha più influenza sugli uomini rispetto allo Stato, possiamo capire più che in ogni altra epoca quanto sia importante l'indipendenza di questo. Per non parlare poi dell'imperialismo statunitense la cui recente azione in Iraq e Afghanistan ci porta a trarre la stessa conclusione.
Libertà dello Stato e libertà individuale vanno necessariamente assieme. Quale può essere la libertà di un operaio licenziato a causa dei piani di una multinazionale o quella di un cittadino iracheno che ha visto la sua casa distrutta dai "liberatori"? Per non parlare del lavoratore precario. Senza la libertà dello Stato, soprattutto in campo economico e legislativo, il voto democratico è inutile e farsesco. Inoltre che cosa è un individuo senza la propria società? Dobbiamo affermare la superiorità dei rapporti sociali su qualsiasi altro valore materiale. Anche questo è Stato etico.
Su tale concetto dobbiamo basare la nostra lotta contro il sistema liberale, perché il liberalismo ci sembra molto più scandaloso dello Stato etico. In tutte le epoche le tesi condannate si sono rivelate spesso più interessanti. È ovvio che gli elementi più conservatori e liberali siano impauriti dall'eticità dello Stato e cerchino di distorcere questo pensiero.
Esso un giorno verrà infatti a far giustizia del mondialismo e del liberalismo, oggi anime del conformismo mondiale.