L'alfabeto della vera destra
Solo pochi hanno il coraggio di sapere ciò che realmente sanno (Federico Nicce)
di Bruno Pin
C come "coccoi"
È indubbiamente di destra, sfido chiunque a dire il contrario. La sua forma ricercata, frutto dell'umano ingegno applicato all'effimera materia culinaria - effimera per definizione, giacché la semplice visione del cibo è nunzio del suo termine quale sensazione papillare conseguente - la sua forma, dicevo, non ha niente di grupparolo, di comitatoso, di basso miscuglio, di subdola compartecipazione: è piuttosto un piacere individuale, un primo sguardo.
Segue il dolce tranciare quei deliziosi spigoli, rimando di conoscenze ancestrali, astri lucenti e quant'altro. Ognuno ha il suo, e allora c'è chi preferisce la spigolatura sottile e acuta, chi invece si sofferma di preferenza su quelli più tosti, più massicci, promessa di maggiore potere nutritivo.
Ogni coccoi è storia a sé, storia personalissima, intima, limitata ed eternamente rinnovabile: la gioia visiva è seguita dall'applicazione del modus recidendi, continuo o a sbalzi, profondo o superficiale. La tranciata fa riscaldare le papille gustative sino all'abbraccio labiale, singolare, proprio, "mio"!
Quale distanza è invece interposta con la rosetta... quella forma grossolana e male abbozzata che si presta a essere nutrimento in comune, eguaglianza fra gli eguali: la rosetta è costruita apposta per la facile divisione, per l'agevole proporzionamento, per il comodo spaccare. Nei gruppi di lavoro che imperversano in ogni dove, accanto all'importantissima e cruciale discussione sull'urgente e vitale problematica della pratica dell'incisione dell'unghia del mignolo del piede sinistro dalla parte della tribù dei Bagonghiti nel Bobaomba centro meridionale, la rosetta tiene banco, viene suddivisa con mano espettorante e con la stessa mano distribuita, mai intera, sempre divisa.
F come "fagioli con sugo e lardo"
Non sembri una contraddizione, ma sia spunto per insegnamento ai figliuzzi con ancora un'età compresa nella decina. Vi ricordate "Lo chiamavano Trinità"? Vi ricordatela padella di fagioli e lardo combattuta fra Bud Spencer e Terence Hill, fra Trinità e Bambino?
I fagioli con sugo e lardo presuppongono un'esuberante forza fisica, un'esplosione di energia, presuppongono una vitalità estrema, gioia di vivere a iosa, denti sani, forti e robusti. I fagioli con sugo e lardo sono la benzina avio per aerei da caccia, sono l'idrogeno liquido delle navette spaziali. E invece sentiamo parlare di benzina verde, quella che, per far andare a eguale velocità le macchine, hanno dovuto fabbricare motori più grandi: sushi, quella specie di pesce non cotto condito con alghe di varia qualità e colori e di qualcos'altro di simile non cotto.
In ogni via vedi questo magnificare, simile propellente per sedie a rotelle da quelle esistenze senza vita magre-magre, fisichetto da inerme racchiuso in abito finto casual, sguardo spento e voce stridula nonché isterica e un poco schifiltante. Ti guardano mentre con vorace e massiccia dentatura sbrani il tuo propellente di fagioli e lardo e deformarti in viso come per un attacco di rigurgito. Chiedono sorpresi: «Ma come fai a dire che non ti piace se non l'hai mai assaggiato?». Filino d'uomo che non sei altro, un uomo di destra certe cose le conosce per istinto e questa domanda assomiglia tanto, ma tanto, alla stessa che ti pongono gli invertiti-siamo-tutti-uguali: «Ma come fai a dire che non ti piace se non hai mai provato?». Per me il cibo non cotto è contro natura, me lo dice l'istinto e l'istinto non mente mai!
P come "professoressa porca"
Ui Ui han beccato una professoressa di matematica, anzi una supplente - peggio? - che si dilettava con i precoci allievi di una scuola statale. Ui Ui pare che fosse proprio ignuda come la mamma la fece e anzi coi tacchi, e pare pure che i ragazzi fossero più di uno. E più di due. E più di... patatrac: giornali e televisione, nonché le pecore pubbliche, lanciano strali per la gioventù-bruciata-senza-valori-futuri, drogati e, sociologicamente parlando, altri vari epiteti catastrofici.
L'uomo di destra, la vera destra, fruga nella sua vita, memorabile o meno, da Don Giovanni o meno, da Casanova o meno, da Terence Hill o meno, prima la casa e poi la scuola... Sì, proprio la scuola, la mia scuola, miseria ladra che tempi! Che tempi e che proffa, che gran pezzo di proffa!
Ma ti ricordi quando entrava la professoressa di latino... mamma mia... Ero giovane, pischello, inesperto ma quella era una gran professoressa. Grande! E sapeva spiegare così bene con la sua voce suadente e il corpo flessuoso che sottolineava quell'amemus catulliano come sentito, abbracciato, compreso e... mamma mia!
E i film della Fenech? Di Pierino e della Bouchet? Mamma mia... "La professoressa e il ripetente", "L'insegnate fa l'occhietto al preside"... cinema.
E invece guarda questa spostata cosa combina! Che sia spostata non c'è dubbio, ma... ma all'uomo di destra scappa un «che invidia! Se fosse capitato a me quando ero giovane, altro che menate sociologiche... medaglia d'onore conquistata sul campo!».
E il minchione-pacifista-tutto-playstation-e-internet, ormai adulto tale da permettersi una canna al giorno e anche di più, che fa? Sinceramente gli autori di questo breve vocabolario non lo sanno, nel senso che neanche lo immaginano, nel senso che se uno è uomo è di destra, non c'è scampo, se è qualcos'altro è di sinistra, ma cosa pensa il qualcos'altro è un mistero fumoso di canne e minchioneria. Della serie: non sono persone, sono comunisti!
S come "Salomone oggi"
Si ha da un paio d'anni una mamma, una giovane mamma, che ammazza il suo figliuzzo maschio e poi ne sforna un altro nuovo di zecca. Non è dato a conoscere se quest'ultimo fosse il clone del primo, sembra di no giacché il nome è diverso, ma tant'è che la sostanza non cambia: questa sciagurata ha compiuto uno scambio estremo che, a norma di legge vigente, va punito e severamente.
Quel mezzo scemo di giornalista che ha già nel nome la disgrazia, tale Travaglio, visto la sciagura non può esimersi dal proclamare a gran voce suggerimenti forcaioli ai magistrati inquirenti, denotando una limitatezza di visione da cui l'appellativo di mezzo scemo: ha ammazzato il figliuzzo, stop. È successo solo questo: ha ammazzato il figliuzzo, stop.
L'uomo di destra, la vera destra, quella che ha studiato i classici, che li ha studiati davvero e che li ha capiti, ricorda quella enorme figura di Salomone, il saggio dei saggi, assiso sul trono in alto, bianco nella sua stola splendente e la fluente barba. E ricorda due madri che presentarono un bimbo sostenendo la propria provenienza ventrale. E ricorda il saggio che più saggio non si può ordinare di dividere equamente il biventriforo affinché alcun torto venisse fatto ai ventri materni.
E questa invece fa sparire un bambino e ne fa un altro. Ha ammazzato il figliuzzo etiam ne ha prodotto un altro, stop.
E Salomone che farebbe? Una malefatta è stata compiuta ed è necessaria la punizione, che d'altronde rischia di essere malefatta poiché il figliuzzo sostituto mal crescerebbe con la madre nelle patrie galere. È quell'etiam che frega! Punendo per il figliuzzo morto si punisce il figliuzzo vivo. E l'uomo di destra esclama: «Ci ha fregato: uno a uno e palla al centro!».