L'energia della nuova destra
Proposte per uno sfruttamento razionale dell'energia
di Vincenzo Bodano
Il riferimento è alla benzina dipendenza, della quale l'intera Europa è vittima. L'auto da tempo ha un propulsore alimentato in forma verde (idrogeno-gpl-metano), ma ancora di grave impatto ambientale ed economico. La nuova soluzione si chiama bioetanolo, carburante alternativo derivato da granturco, mais, canna da zucchero, coltivazioni ripetibili all'infinito, che può essere prodotto anche da biomasse, paglia, scarti di legname e rifiuti organici, che garantirebbero un bassissimo impatto ambientale.
Queste tematiche sono mature in Svezia dove General Motors, in collaborazione con la Saab, ha avviato la produzione di vetture alimentate con il bioetanolo (E85), proponendosi come nazione guida nella sperimentazione di energie alternative al petrolio, affermando di rendersi completamente indipendente entro il 2020 dal carburante di origine fossile, cioè il petrolio.
L'E85 (85% di etanolo e 15% di benzina) ormai è diventata una certezza anche per nazioni come Germania, Scandinavia e Irlanda, che si stanno organizzando e strutturando per la conversione e la produzione facendo in modo che non richieda particolari sconvolgimenti né a livello motoristico, né in termini distributivi sulla rete di stazioni erogatrici tradizionali, e contemporaneamente rilanciando una politica agraria facilmente sostenibile con ovvi benefici per l'occupazione e lo sviluppo di questo settore.
Sicuramente il secolo che stiamo affrontando vedrà, nello scenario automobilistico ed energetico, radicali cambiamenti mirati alla riduzione dell'emissione di sostanze inquinanti (come il biossido di carbonio) e alla sostituzione dei surrogati del petrolio, i cui giacimenti sono destinati all'esaurimento, con gravi conseguenze sul prezzo al barile e sui relativi poteri contrattuali dei paesi produttori e commercializzatori, che condizioneranno ancora maggiormente la geopolitica mondiale (Medio Oriente, U.S.A., Russia, Venezuela).
Tali problematiche non possono essere assolutamente trascurate dal nostro partito, anzi devono divenire argomenti propositivi per una vera politica ambientalista, nazionalista ed europeista, mirata alla reale gestione del proprio destino.
Difatti l'autonomia energetica è uno dei passi principali, che ci permetterebbe di far implodere l'oligarchia mondiale caratterizzata e condizionata attualmente dagli invadenti e arroganti Americani, che continuano a coinvolgerci in un imperialismo guerrafondaio e controproducente per un'amministrazione serena del fronte europeo, e in particolare mediterraneo.
Inoltre si deve considerare che dietro questo obiettivo si consolida una vera autodeterminazione continentale, tale da avviare un processo reale di antingerenza atlantista, alla quale oggi siamo palesemente, forzatamente e lesivamente vincolati.
Solo con un'autentica indipendenza energetica, e quindi economico-finanziaria, si può pensare di rivalutare e proteggere una cultura autoctona tradizionalista, basata su un senso etico di genuina appartenenza radicato nei princìpi e nello spirito che da sempre hanno contraddistinto la grande civiltà europea.