La destra s'è desta
Fra tante difficoltà si intravede un'insperata tregua fra le varie anime della destra italiana
di Angelo Abis
6 e 13 ottobre, cortei di A.N. a Cagliari e Roma: è inutile magnificare ai lettori di Excalibur l'eco e l'impatto che dette manifestazioni hanno avuto nel mondo politico e nell'opinione pubblica sarda e nazionale. Molti di essi vi hanno partecipato e in ogni caso tra televisioni e stampa hanno avuto la possibilità di farsi un'idea autonoma della loro consistenza quantitativa e qualitativa. A noi preme unicamente fare alcune osservazioni:
1) con A.N. hanno sfilato ufficialmente per la prima volta anche le destre radicali, Fiamma Tricolore di Romagnoli e Azione Sociale della Mussolini. Fatto questo estremamente positivo, non tanto per l'apporto numerico, quanto perché dimostra che le destre radicali si differenziano da A.N. per ragioni non essenziali o di fondo e che in ogni caso poco hanno a che fare con la politica;
2) A.N. si è mossa e ha agito come una matura e moderna forza di governo: migliaia di dirigenti periferici alla testa di centinaia di migliaia di iscritti e militanti si sono autoconvocati a Roma da tutta Italia senza che ci fosse una qualche sbavatura di rilievo o che avvenisse il sia pur minimo incidente: il che denota, al di là di tante fallaci apparenze, che in A.N. si è creata una forte osmosi nelle sue componenti essenziali: il presidente, lo staff nazionale (i tanto malfamati "colonnelli"), i gruppi dirigenti locali (i famigerati "ras"), gli iscritti e i militanti;
3) la vitalità e la forza di A.N. hanno mandato il boccone di traverso a un po' di gente supposta amica, che con molta alterigia e supponenza si atteggia a coscienza critica del popolo di destra e severa fustigatrice della sua, manco a dirlo, incapace, inetta e meschina classe dirigente.
Fra i tanti fustigatori brilla un aitante giornalista de "Il Foglio", Alessandro Giuli, autore di un libercolo intitolato "Il Passo delle oche", sottotitolo "L'identità irrisolta dei postfascisti". Perla dell'autore: «c'è da augurarsi che si dissolva finalmente l'equivoco di una destra italiana inesistente... il Partito della cosiddetta Destra Nazionale si avvia al proprio banchetto funebre con le tempie coronate di fronde centriste, moderate, cattolico-conservatrici». Un altro pierino del giornalismo, Renato Besana di "Libero", non si perita di scrivere: «c'è un partito (A.N., n.d.r.) che si regge sui ras locali, attenti più a contare le tessere degli iscritti che i voti degli elettori».
Dopo Roma pensiamo che Besana e i suoi sodali avranno capito perché i cosiddetti "ras" contano più le tessere dei voti. Le tessere hanno un nome e un cognome, un volto ed esprimono idee, sentimenti e passioni, si può sfilare orgogliosamente alla loro testa a Roma come a Cagliari. Tra i fustigatori non mancano poi i cosiddetti "puri e duri": sono quelli che riducono qualsiasi progetto politico di A.N. a "politichetta", sviamento dalle radici, tradimento dei grandi valori di cui solo essi sono sicuri interpreti. Ci sono poi gli "idealisti" (coloro che amano allo spasimo le liste), quelli per cui la Patria si può salvare solo con la propria candidatura a qualunque cosa, salvo poi, se non riescono nel proprio intento, imprecare contro Fini, colonnelli e ras, pronosticando al partito ingrato, che non li ha portati in trionfo, un inesorabile declino e una prossima dipartita. Anche questi si facciano una ragione dei successi di Roma e Cagliari, se vogliono continuare a esistere senza coprirsi di ridicolo.