EXCALIBUR 41 - marzo/aprile 2003
in questo numero

Dal convegno "L'altra faccia della globalizzazione"

Al convegno de "La Fiaccola" la destra si interroga

della Redazione
Sopra: il tavolo dei relatori con Siro Mazza, Fabio Meloni, Aldo Di Lello e Maurizio Blondet e il pubblico presente
Sotto: la locandina del convegno
Finalmente anche la destra - su iniziativa de "La Fiaccola" - si è interrogata sul fenomeno della globalizzazione. Ne hanno discusso a Cagliari, nella sala convegni del Centro d'arte e cultura "Exmà", tre esponenti della cultura non conformista: Maurizio Blondet, Aldo Di Lello e Siro Mazza.
«Sul versante destro della politica e della cultura italiana», ha detto nell'introduzione Fabio Meloni, «raramente si sono sentiti chiari pronunciamenti sul tema. Una dimenticanza grave, proprio a destra dove storicamente si può vantare un deciso sostengo alla cultura e ai valori delle identità, delle differenze, delle tradizioni contro l'omologazione del pensiero, contro il pensiero unico, contro l'internazionalismo».
La necessità di un antiglobalismo di destra è stata sottolineata da Di Lello, responsabile delle pagine culturali del "Secolo d'Italia" e autore di "Geofollia", «non solo per essere contro l'omologazione culturale, ma per combattere la strategia del potere globale, che vuole svuotare di significato e di forza politica il popolo, trasformando i cittadini in consumatori. Antiglobalismo perché occorre distinguere tra "globalizzazione" e "globalismo". Infatti, mentre il primo è un processo economico e sociale che inevitabilmente segue il suo corso e non può essere ostacolato, il secondo rappresenta la trasformazione in ideologia della globalizzazione economica, sociale e comunicativa. La strategia antiglobalista deve essere il recupero delle ragioni degli Stati nazionali, e soprattutto l'Europa deve opporsi al mercato globale con una sua visione geopolitica che non nasca solamente da considerazioni economiche, ma anche da una consapevolezza storica e culturale».
Da Mazza, addetto culturale della Vicepresidenza della Camera dei Deputati e autore di "Strategia del caos", è arrivata una puntuale analisi dell'esplosione del movimento new global: «A Genova per la riunione del G8 non erano presenti gli organismi sovranazionali, ma i governanti degli Stati sovrani regolarmente eletti dai cittadini, mentre contro di loro si sono presentati un manipolo di signori che si è autonominato rappresentante dei miliardi di abitanti del mondo. Si tratta, invece, di un movimento formatosi sopratutto all'interno dei centri sociali e che si presenta in maniera contraddittoria come antagonista oppositore contro la globalizzazione. Infatti l'ideologia anarco-comunista non è per nulla avversa al processo mondialista, ma ne è una delle componenti. Ha un visione utopistica e velleitaria senza avere alla base un programma serio alternativo. Proprio uno dei suoi ideologi, Toni Negri, nel suo libro spiega bene come ci sia comunanza di valutazioni coi laboratori dell'idea mondialista, che vogliono combattere ed eliminare lo Stato Nazione, salutando con favore la globalizzazione che determina il crollo dei valori tradizionali della società occidentale. Due mondi apparentemente opposti, ma che concordano sulle finalità».
L'accento sulla presenza soffocante di organismi sovranazionali è stato posto da Blondet, inviato del quotidiano "Avvenire" e autore di "No Global": «Sopra di noi ci sono una serie di burocrazie sempre più numerose. Si sta verificando un restringimento della politica e della sovranità popolare istituzionalizzata sempre più forte. Valga per tutti l'esempio del W.T.O. (World Trade Organization), che può infliggere multe a un paese per lesione al libero mercato. Un vero tribunale dove non c'è pubblico dibattimento e dove le motivazioni delle sentenze sono segrete e inappellabili. Si tratta di burocrazie che ci governano senza alcuna legittimità, non scelte dai cittadini, in nome dell'efficienza tecnocratica. Chiunque voglia obiettare a questo nuovo ordine mondiale burocratico e si è opposto a questa logica è stato immediatamente demonizzato e messo ai margini del dibattito politico, mentre hanno lasciato crescere i no global dello spinello, dei centri sociali, perché non sono pericolosi. Non chiedono democrazia, non fanno delle obiezioni politiche, vanno in piazza e sfasciano le auto, le nostre però, non quelle dei burocrati. Si tratta di un tipo umano che si esibisce nelle piazze e viene strumentalizzato da alcuni multimiliardari che finanziano l'International Global Forum, purché non pongano questioni politiche».
«È dovere della destra», ha concluso Meloni, «la battaglia, innanzitutto quella culturale, per difendere una visione del mondo plurale nella cultura e nelle differenze, tutelare la sovranità degli Stati nazionali, vero bersaglio della globalizzazione, contro la mondializzazione dell'economia e della tecnica, e quindi a una devastante globalizzazione della cultura. Serve una risposta all'idea di società globale attraverso la difesa del ruolo e dell'identità politica e culturale dell'Europa, a tutela delle sue diversità interne e delle differenze dell'Europa dal resto del mondo, un'Europa avversa a uno Stato mondiale».
tutti i numeri di EXCALIBUR
VICO SAN LUCIFERO