EXCALIBUR 36 - maggio/giugno 2002
in questo numero

Una via per Sergio Ramelli

Non solo un martire del F.d.G., ma il simbolo di una generazione: intitoliamogli una via!

di Roberto Aledda
Le associazioni culturali della destra cagliaritana, coordinate da Fabio Meloni, giornalista e socio della Associazione "Vico San Lucifero", stanno organizzando una raccolta di firme indirizzata a sollecitare l'amministrazione comunale cagliaritana a dedicare una via o una piazza alla memoria di Sergio Ramelli, giovane studente iscritto al Fronte della Gioventù trucidato nel 1975.
Perché Sergio Ramelli? Perché Ramelli è stato un simbolo della persecuzione subita, negli anni settanta, da una parte politica che si opponeva al tentativo comunista di egemonizzare l'Italia, nelle scuole, nelle università, nei posti di lavoro.
Sergio Ramelli non era un esponente di spicco del M.S.I., era un semplice militante, un ragazzo di diciassette anni che aveva il torto di essere iscritto al F.d.G. e che ha vissuto, e pagato con la propria vita, quello che hanno vissuto migliaia di suoi coetanei in tutta l'Italia, e anche a Cagliari.
La vicenda di Sergio Ramelli è la vicenda di un giovane di destra che ha subito le minacce, le intimidazioni a scuola e nei muri della città, gli insulti, le botte, la viltà dei suoi insegnanti, le preoccupazioni dei suoi genitori, costretti ad accompagnarlo a scuola e, anch'essi, a subire gli stessi insulti e le stesse minacce.
L'agguato e l'aggressione sotto casa, la notte del 13 marzo del 1975, da parte di due comunisti di Avanguardia Operaia armati di chiavi inglesi, la lenta agonia che lo portò alla morte il 29 aprile dello stesso anno... La rabbia dei suoi camerati costretti ad andare in ospedale, e poi ai suoi funerali, con il rischio costante di essere aggrediti dai comunisti, che alla luce del sole urlavano che «uccidere un fascista non è un reato», sotto gli occhi della polizia e dei suoi funzionari che impedivano ai giovani di destra di difendersi e di manifestare.
Uno Stato, nel 1975, anzi un regime in piena regola, che ha permesso che a migliaia di giovani di una parte politica venisse impedito di manifestare le proprie idee.
La vicenda di Sergio Ramelli, nella sua dinamica, è la vicenda di una generazione che non si è piegata. È quella di tanti ragazzi di destra che hanno vissuto sulla propria pelle la discriminazione, l'isolamento, la preoccupazione delle proprie famiglie, la persecuzione della polizia (quanti gli arresti illegali!) e, in certi momenti, persino l'ostilità del proprio partito!
Sergio Ramelli non è stato quindi il martire di un partito, ma di una generazione. Il Suo ricordo appartiene quindi a tutta la comunità italiana, non solo a quella di destra, e va ricordato, quindi, come uno dei tanti Martiri per la libertà che hanno lasciato un'impronta nella nostra storia.
È quindi importante che la comunità della destra cagliaritana, e in particolar modo quella che ha vissuto gli anni difficili che ha vissuto Sergio, si impegni a raccogliere le firme, a leggere e a diffondere il libro di Guido Giraudo che racconta la vicenda.
Il libro e i moduli saranno reperibili presso l'Associazione "Vico San Lucifero", in Via Tel Aviv, 55 (il venerdì dopo le ore 20,00), e le altre associazioni che aderiscono all'iniziativa: "Riscossa Europea", in Via dei Pisani, 23 (dal lunedì al venerdì dopo le 18,00), "Europa III Millennio", in Via San Gregorio Magno, 7 (martedì e giovedì dopo le 19,30), "Area", in Via Mameli, 69 (martedì e giovedì dopo le 19,30), tutte di Cagliari.
È un dovere morale, «come monito alle generazioni future affinché simili fatti non debbano più accadere», come riportato nella raccolta di firme.
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