Accantono la noiosa replica che ho abbozzato per confutare, a mia volta, le contestazioni contenute nell'
articolo del n. 32 di Excalibur "Grazie America!" della signorina Burini e tento, non senza scetticismo, di instillare nella (a me e
ahimè) sconosciuta interlocutrice dai toni aspri qualche dubbio sulle sue certezze. Chissà che non abbia ragione la Fallaci, che temo non sia amata dalla signorina Burini, quando sostiene che intuire una verità apre interrogativi sulle verità opposte.
Farò come quando voglio sottoporre al vaglio del dubbio le mie stesse convinzioni. Propongo una fantasia di questo tipo: immaginiamo lo scenario degli ultimi cinquant'anni nell'ipotesi che gli
stramaledetti Americani non si fossero impicciati della seconda guerra mondiale (senza di loro sarebbe stata certamente un po' meno "mondiale" ma forse altrettanto tragica) e avessero ignorato, nel dopoguerra, il nostro bisogno di aiuto, le nostre mosche, le nostre zanzare malariche, ecc.. Immaginiamo anche che l'America non si fosse opposta così caparbiamente all'espansionismo sovietico... nel proprio interesse, si intende. D'altra parte l'altruistico
buonismo di stampo curialesco o
comunistoide non mi ha mai convinto: il più delle volte sa di glassa dolciastra proposta per abbindolare le anime belle impazienti di farsi abbindolare.
Il gioco dei se lascia il tempo che trova, però offre la possibilità di porsi domande stimolanti. Siamo sicuri che senza le interferenze di questi maledetti Americani, la nostra libertà di dissentire, di manifestare, di criticare, di votare, e il nostro stesso tenore di vita oggi sarebbero quelli che sono? Siamo certi che, senza l'America, Hitler (e non citiamo questo personaggio sempre in tandem con Mussolini, che era tutt'altra figura, così com'era tutt'altra cosa il fascismo rispetto al nazismo!) sarebbe stato neutralizzato? E da chi? Dalla nostra Resistenza? Dalle disastrate industrie e dalle esauste economie europee?
Che poi gli Americani e il potere che essi esprimono oggi risultino spesso indigesti,
beh... su questo non ci piove. Ma occorre ammettere anche che hanno realizzato una democrazia, forse la "meno peggio" di tutte, la più multietnica di tutte, sempre che a questo valore si attribuisca il segno più. È significativo che il potere che governa gli Americani non sia immutabile, che non si basi su una inamovibile dinastia reale di origini più o meno divine, che abbia avvertito l'esigenza di istituire un "Martin Luther King day". E occorre ammettere anche che l'America esprime quel valore, da noi poco conosciuto, che per semplicità potremmo definire "spina dorsale". Bisogna ammettere infine che quella realtà produce più di altre qualcosa di buono. Oltre ad
internet e all'uomo sulla Luna (che alla signorina Burini è sfuggito di ricordare), senza l'America molte scoperte scientifiche sarebbero ancora di là da venire. Tutto questo non impedisce al mondo di condannare il "sistema America" da sinistra, da destra e dal centro:
sessantottini e
no-global; centri sociali e conventicole religiose; progressisti e liberali; perché interviene "col pretesto" di difendere una democrazia e perché non interviene; quando si imbarca per liberare sé stessa, il mondo e anche me dal terrorismo e quando... insomma, qualunque cosa faccia... escluse le teoriche lezioni di "spina dorsale". Ho fatto il callo a sentirmi in sparuta compagnia quando "strimpello" a favore di questi maledetti Americani.
E, a proposito di "strimpellare", mi sia consentita una riflessione personale. Chi mi conosce sa che non ho mai strimpellato per nessuno (non ne sono capace né musicalmente né in senso figurato) e la cosa talvolta ha avuto un costo. Questo mi autorizza a invitare la signorina Burini a non rinunciare mai al garbo, al tratto, al rispetto specie verso chi "strimpellatore" non è. Avere opinioni diverse in democrazia non significa che
l'altro è uno strimpellatore. Potremmo essere noi per primi dei solfeggiatori di... solfe un po' stantie. Mi auguro che sia la giovane età ad avere preso la mano alla signorina Burini. Forse anch'io qualche decennio fa sarei stato brusco e su questo foglio mi sarei limitato a scrivere che non ho una grande considerazione per chi morde la mano che... o sputa nel piatto dove... sottolineando che non fa differenza se a essere aiutata è stata la mia generazione o quella dei miei genitori o quella dei miei nonni. Per giudicare, e per farlo con palese ostilità, occorre innanzitutto rifiutare ogni forma di aiuto da parte di chi intendiamo condannare. Solo così ci si può affrancare dal dilemma se nutrire gratitudine o ostilità, se mostrarsi sprezzanti o no, se rifugiarci o no sotto ombrelli bicolori e casacche
double-face, in altre parole se fare nostra la formula «
né con questo né con quello». È da questa formula tutta italiana che sia i nostri alleati che i nostri nemici sanno storicamente di doversi guardare.
Resta il fatto che quell'orgoglio che raramente predichiamo e ancor più raramente pratichiamo ha un costo, un costo che può concretizzarsi anche nel personale rifiuto della Coca Cola!
È appena il caso di notare, a proposito, che Coca Cola e McDonald's fanno venire la gastrite solo a chi liberamente beve e mangia secondo i poco condivisibili canoni alimentari che ne hanno determinato il successo. Tutto qui. Ma criminalizzare Coca Cola e McDonald's, come fa il buon Bertinotti, è cosa che sa di '68 e comunque non mi sembra argomento politico di grande spessore. Che se la beva chi vuole la schifosissima Coca Cola... e poi conviva con la sua acidità... di stomaco, si intende...
P.s.: a parziale attenuante dei miei punti di vista invoco il fatto che, avendo militato in forze armate inserite nella N.A.T.O., la mia lealtà e la mia amicizia verso gli Stati e i popoli che ne facevano e ne fanno parte era ed è fuori discussione. Con o senza le Torri gemelle.
E per quanto riguarda la verità sulle servitù militari (cosa sono, quanto costano e quanto rendono)... alla prossima!