EXCALIBUR 34 - febbraio/marzo 2002
in questo numero

Un congresso di attori

Analisi semiseria del dibattito precongressuale di A.N.

di Isabella Luconi
- Titolo: "Eutanasia di un partito".
- Scena prima: sempre quella.
- Atto finale: sempre quello.
- Attori protagonisti: sempre quelli.
- Comparse: sempre quelle.
- Sceneggiatura: locale.
- Regia: romana.

Alla proiezione del film congressuale sono invitati a titolo gratuito (ma sono gradite le offerte) tutti gli iscritti al partito, che dovranno votare possibilmente senza sapere cosa stanno votando.
Il congresso provinciale di Alleanza Nazionale si terrà a marzo, e le aspettative di tutti sono quelle di un radicale cambiamento, ormai vitale per la stessa sopravvivenza elettorale del partito, o meglio... per la stessa sopravvivenza degli eletti.
Numerosi gli incontri, promossi dalle varie correnti e gruppi trasversali, che si stanno organizzando in vista del congresso. Ogni riunione inizia con un doveroso richiamo all'unità del partito, e poi continua con una richiesta ai partecipanti di un contributo personale al fine di migliorare un elaborato di proposta politica e di rilancio organizzativo del partito e del coordinamento provinciale.
Ho scoperto, durante questi incontri, come sia fondamentale l'influenza del tabagismo sull'unità del partito, che, sostenuta a gran voce all'interno del locale, al primo richiamo da astinenza catapulta parte dell'uditorio fuori dal locale, dove l'unità va a farsi benedire, e, in un fiorire di scatti di accendini, dell'unità rimane solo il fumo delle sigarette (qualcuno con l'occasione ha deciso di imparare a fumare). Sono quindi giunta alla conclusione che i non fumatori vogliono l'unità del partito, e i fumatori tramano perché questa unità sia rappresentata dalla loro corrente.
Se fosse vero che un valore fondante del partito è l'unità, l'accordo fra le varie componenti si troverebbe su un nome, possibilmente che non faccia rima con... Orione; ma siccome così non è, i preparativi di tutti riguardano la ricerca per ogni schieramento di un uomo di fiducia che possa insediare altri uomini di fiducia, e qui nasce il problema: è difficile trovarne un numero tale da non temere un altro 25 luglio.
Credo di aver più volte scritto e più volte detto riguardo alla sofferenza che provo nel vedere il nostro patrimonio culturale, ideale e unico disperdersi nel vento dell'opportunismo e nei giochi di potere, dove l'ultima delle preoccupazioni è quella di "vivere" un partito, perché ritengo che ognuno di noi è il Partito e, nell'agire della sua vita, può e deve dimostrare sempre che tutto ciò in cui crede non può che esplicitarsi nelle sue scelte, perché queste possano essere d'esempio a tutti coloro che non sono di destra.
E allora, riflettendo riflettendo, se volessi candidarmi, o se chi come me (e penso molti) avesse nel cuore il senso del partito, perché è il senso della loro vita, cosa si può fare perché questa vita abbia avuto un senso?

P.s.: siccome sono consapevole che sono iscritta a un partito dove tanti, cameratescamente, temono anche la loro ombra, è meglio che specifichi che la mia è evidentemente una provocazione. non mi devo certamente candidare, perché non ci si può candidare a gestire qualcosa che non c'è più...
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