EXCALIBUR 27 - maggio/giugno 2001
in questo numero

Revisionismo: il coraggio della verità

Continuano il dibattito sul revisionismo: nuovi elementi per una "riscrittura" dell'olocausto

di Giorgio Usai
Un dato analitico è del tutto certo: quando si parla di problemi di storia contemporanea come il cosiddetto "olocausto", saltano i nervi alla più parte dei commentatori, perché la posta in gioco è enorme.
Ma vediamo le posizioni tipiche dei vari referenti politico-ideologici:
1) la sinistra di ogni "colorazione" è in massima parte "sterminazionista" per convenienza politica e non per convinzione. La sinistra deve combattere il "neonazismo" e pertanto crede che sia importante perpetuare la fandonia "olocausto" secondo l'equazione Tedesco-nazionalista-violento-razzista = olocausto.
Tuttavia alcune correnti storiografiche marxiste hanno da tempo assunto posizioni coraggiosamente revisioniste, soprattutto in Francia(1). Purtroppo le pubblicazioni di questa casa editrice (La Vieille Taupe) sono difficilmente reperibili in Italia;
2) il mondo cattolico, in generale, è assurdamente "sterminazionista", benché proprio dal Vaticano e dai suoi archivi potrebbe scaturire una quantità di dati e testimonianze decisive ai fini della conoscenza della verità dei fatti del periodo 1930/1945.
È bene rilevare, peraltro, che le dichiarazioni ufficiali della Santa Sede sono sempre state del tutto generiche ed equilibrate, anche perché l'ideologia nazionalsocialista non è mai stata "anticattolica" e "anticristiana". Esistono certe forzature da parte, ad esempio, polacca con episodi come quello, tristissimo, riguardante Padre Kolbe(2). Le Forze Armate germaniche, durante tutta la guerra, sempre diedero appoggio e assistenza alla Chiesa cattolica; nelle file della Wehrmacht operavano sacerdoti cattolici, protestanti, luterani(3)(4);
3) i "filoamericani" sono presenti in tutte le organizzazioni politiche, da destra a sinistra: è l'ambiente culturale più inquinato e di infimo livello perché basa le sue "convinzioni storiche" sulla imponente e colossale opera di propaganda e mistificazione hollywoodiana, unita alla strapotenza politica di Washington e dei padroni sionisti.
Se liberato dalle più di ottocento (!!!) opere cinematografiche, teatrali, ecc. "sterminazioniste"(5), dalle centinaia di libri e memorie false o falsificate, nulla resterebbe come argomento di dibattito a questa gente;
4) le organizzazioni ufficiali del sionismo e dell'ebraismo internazionale: è ovvio che questa gente debba perpetuare l'impostura e la falsificazione perché è la loro essenza di vita(6). Non v'è nessun commento da fare;
5) la destra italiana: abbiamo lasciato per ultimo questo argomento perché è opportuno spendere qualche parola in più...
Devo dire che, francamente, non capisco cosa sia la destra, oggi come oggi. È essa la massima parte della ex D.C. (infatti Forza Italia è il maggior partito italiano), è essa il coacervo ex P.L.I., ex P.R.I., ex P.S.D.I., ex P.S.I., tutti i partiti, cioè, foraggiati dalla ambasciata U.S.A., oppure essa è l'ex M.S.I. di Fini?
Qualunque cosa sia, da un punto di vista culturale, essa è irrilevante, desolatamente squalificata e squalificante perché vi convivono più anime, dai risorgimentali "filopiemontesi" monarchici, ai "mazziniani" repubblicani, ai cattolici "papisti" tradizionalisti, ai borghesi conservatori a oltranza, ai fascisti del regime, ai fascisti repubblicani, ai nazionalsocialisti di Rauti, alla Lega, ecc..
Ma torniamo al problema dibattuto, e cioè all'"olocausto". A questo riguardo, la destra è divisa tra gli "sterminazionisti filoamericani" di Forza Italia, posizioni più revisioniste ma non troppo (A.N.) e via fino a settori dove si deve dire che la ricerca revisionista è più seria e documentata e in essi non possono trovare spazio fandonie e mistificazioni (Rauti, Tilgher, altri).
Ma, e questo crediamo sia il punto nodale di tutta la questione, è un errore credere e affermare che la posizione revisionista nella ricerca storica contemporanea sia "di destra" per forza di cose. È una affermazione troppo riduttiva e, soprattutto, infondata e fuorviante.
Dobbiamo ricordare, infatti, che le primissime reazioni e precise denunce (primi anni cinquanta) dell'impostura dell'"olocausto" vennero da personalità come il Francese Paul Rassinier, socialista militante e deportato(7), e poi da accademici di assoluto prestigio come Faurisson(8), mentre negli U.S.A. e in altri paesi si sviluppavano dibattiti e apparivano pubblicazioni che criticavano fondamentalmente il fenomeno propagandistico in atto da parte delle organizzazioni sioniste internazionali(9)(10). Non vogliamo citare, se non di sfuggita, l'opera di De Felice(11), anch'essa fondamentale sul fascismo regime e sul revisionismo in generale.
Erano, tutta questa serie di personalità, dei "neonazisti" o "neofascisti"? Nessuna, neppure una!
Essi erano e sono studiosi di livello accademico, spesso di elevato prestigio internazionale come l'Inglese David Irving(12), che ricercano la verità dei fatti, forniscono documentazioni inoppugnabili e non si fermano di fronte alla calunnia, alla diffamazione, alla violenza di chi vorrebbe ridurli al silenzio.
Certo è stato e sarà estremamente difficile e molto disgustoso combattere la diffusione di falsi come il cosiddetto "diario" di Anna Frank(13) propinato a milioni di adolescenti in tutto il mondo, con l'obbligo della lettura, e di film come il turpe "Schindler's list" del mago della fiction Spielberg(14), oppure di polpettoni tv come il serial "Holocaust!" degli anni ottanta, e così via.
L'unico rimpianto che ci prende è che la nostra generazione non vedrà purtroppo il trionfo della verità, ma certamente i nostri figli godranno di quell'alba ventura. A noi non resta che combattere, ancora, e diffondere le opere del revisionismo storico, costi quel che costi(15).
Riferimenti.
(1) "Dallo sfruttamento nei campi allo sfruttamento dei campi", autori vari (ed. francese "La Vieille Taupe"), Genova.
(2) Articoli sul periodico "Il Messaggero del S. Bambino di Praga", Arenzano (GE), anni ottanta/novanta. La vicenda di Padre Kolbe non è diversa da quella di migliaia di altri internati. Arrestato perché coinvolto nelle attività di partigiani polacchi cattolici, il francescano trovò la morte durante la detenzione. Egli, dunque, non era un martire della fede, come vuoI far credere la chiesa polacca per convenienza politica, ma una vittima della guerriglia.
(3) "Un francescano SS", ed. "Paoline", che narra delle vicende di un frate arruolatosi volontario nelle SS, e valoroso combattente.
(4) "Monte Cassino", scritto da due giornalisti U.S.A., ed. "Rizzoli".
(5) "Dizionario dei film", anno 2000/2001.
(6) "Il sionismo ideologia. Razzista", ed. "Lega degli Stati Arabi", Roma, anni settanta.
(7) "Il dramma degli Ebrei", P. Rassinier, ed. "Le Rune", Milano, anni sessanta.
(8) Annate di "Storia illustrata" 1978/1979.
(9) "The hoax of the XX century", opera U.S.A., non pubblicata in Italia.
(10) "Vorsicht! 1000 anti-deutsche luge!" ("Attenzione! 1000 falsificazioni antitedesche"). Quest'opera è in circolazione in Germania e riporta mille falsificazioni con una documentazione imponente.
(11) "Storia degli Ebrei Italiani sotto il Fascismo".
(12) "Le armi segrete del III Reich", D. Irving.
(13) "Il diario di Anna Frank: una frode". Libro edito dalle edizioni "Ar" e scritto da un Danese, testimone di Geova.
(14) "L'immaginazione al potere", opuscolo di G. Valli. Una disamina completa sul falso "signor Schindler" e sulla sua fantomatica opera.
(15) Decreto Legge Amato/Mancino dei primi anni novanta.

Si ricordi anche la vicenda del libraio Varela di Barcellona, perseguitato e condannato per la diffusione di opere revisioniste.
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