Un "olocausto" all'Asinara?
di Giorgio Usai
II bellissimo filmato "Trincee" scorre, avvincente, sullo schermo del salone "Menssana" della Casa dello Studente di Cagliari. Le gloriose vicende della nostra Brigata Sassari, i suoi comandanti, i suoi soldati, tutti uniti nello sforzo supremo che rese più grande I'Italia, riportano alla mente di chi scrive i ricordi dell'infanzia, quando - nonostante la tristezza e la mortificazione della sconfitta del 1943/'45 - i genitori e i parenti più vicini ricordavano i fatti dell'altra guerra, quella grande «de su quindixi-dexiottu». Una testimonianza che sentivamo spesso da nostra madre era questa: la sua famiglia abitava in viale Bonaria, a Cagliari, nella Stazione delle Ferrovie Complementari poiché nostro nonno era ivi capostazione.
Era probabilmente il 1915 o il 1916, e la mamma era una bambina di 6 o 7 anni. Provenienti dal porto sfilavano nel viale lunghe colonne di prigionieri austroungarici, avviate al campo di raccolta sotto la Basilica, nel posto detto "su Siccu" (oggi è sede della Fiera). Questi uomini, malvestiti, laceri, spesso ammalati, erano letteralmente affamati, al punto che un giorno si vide uno di loro staccarsi dalla fila per raccogliere delle fave bollite lasciate per strada... Subito le donne presenti corsero a casa per portare chi un poco di pane (e ce n'era davvero poco per tutti!), chi del formaggio, chi dell'acqua per soccorrere quegli sventurati. Certamente, in quel momento, esse videro in quegli uomini non dei nemici, ma i loro padri, fratelli, figli, mariti lontani. Meravigliosa generosità dei Sardi, così spesso mal ripagata da chi li sacrificava in battaglie terribili!
Ma oltre a questo ricordo - per me carissimo - è su altro che vorrei portare la Vostra attenzione e riflessione. Nel filmato di E. Belli e soci c'è qualcosa di inquietante, e precisamente le immagini del campo dei prigionieri dell'isola di Asinara, in quegli anni adibito all'internamento di prigionieri austroungarici.
Certamente quegli uomini giunsero nell'isola a migliaia, dopo aver attraversato tutta la penisola e dopo un lungo viaggio per mare. Possiamo immaginare le condizioni fisiche e morali di questi prigionieri, debilitati dalle privazioni e dalla durezza della loro condizione. Infatti si ammalavano, e morivano, per malattie come la dissenteria, il colera, la malaria, la micidiale "spagnola" che spopolò (insieme alla guerra) l'Europa. Ma se mutiamo i termini temporali e geografici, non erano del tutto simili le condizioni dei prigionieri (militari, politici) 25 anni dopo, nei campi di internamento in Germania e in Europa e altrove? Eppure nessuno ha accusato il nostro Governo regio di sterminio, per fortuna! E allora, perché nel 1918 no e nel 1945 sì?
Di certo sappiamo che, durante tutti gli anni '40, in Europa infuriarono tremende epidemie di tifo e paratifo, causate dalla sporcizia spaventosa e dalla denutrizione di tutti, militari, civili e prigionieri. Perché accusare, senza alcun fondamento scientifico-documentale, il Governo della Germania di sterminio deliberato se - oggettivamente - la realtà più probabile è proprio quella delle centinaia di migliaia di decessi a causa delle epidemie e degli indiscriminati bombardamenti alleati?
Riflettiamo su tutto questo, cari Lettori, e tentiamo di liberarci della cresta di falsità e di mistificazioni che la propaganda (di guerra e dopoguerra) hollywoodiana ha depositato sui nostri cervelli. Possiamo allora certamente accostarci - lo riaffermiamo - alla verità dei fatti, che è premessa indispensabile per raggiungere quella verità storica che - sola - può emettere giudizi e assoluzioni sulle ideologie che hanno agitato il ventesimo secolo. Altrimenti, se si prosegue nella demonizzazione folle dei nazionalismi europei, ecco che anche la vicenda nascosta dei prigionieri austroungarici dell'Asinara è senza dubbio un olocausto di casa nostra.
Olocausto: solo malattie?
di Roberto Aledda
Caro Giorgio, approfitto della mia posizione di responsabile della redazione di Excalibur - forse è la prima volta che lo faccio - per fare un'osservazione al Tuo articolo sull'olocausto.
Contesti l'olocausto degli Ebrei a causa dei campi di concentramento (o sterminio?) nazisti; da quanto affermi sembra che secondo le Tue documentate fonti non ci sarebbero state camere a gas, forni crematori, esecuzioni di massa, ma che i prigionieri (gli Ebrei?) siano morti durante la prigionia o per malattie, o a causa dei bombardamenti degli "Alleati". Beh... francamente mi sembra un'analisi alquanto ardita!
Sicuramente la Tua è una provocazione, degna di uno spirito anticonformista come il Tuo, ma, al di là del giudizio morale, credo che bisognerà attendere ancora tanti anni prima che si possano affermare delle verità assolute, quando la storia verrà scritta solo dagli storici e non dai vincitori delle guerre.
Il problema è che tanti "cretini" che hanno sempre circolato nei nostri ambienti, vedi "gli Insabato" di turno (o vogliamo credere che sia inciampato su una bomba andando a salutare i suoi "amici" del "Manifesto"?), possono trarre insegnamenti sbagliati da una certa revisione della storia, alimentando polemiche da parte di una sinistra che è ormai priva di argomenti per contrastare una probabile vittoria elettorale del centrodestra (auspicabile, anche se, come dici Tu, «turandoci il naso»).