A sinistra: la copertina del libro, a destra: pagina della rivista "Sardegna Oltre" del gennaio 1998
Sabato 13 dicembre 1997, presso la sede degli "Amici del Libro", nel Largo Carlo Felice a Cagliari, si è svolta la
presentazione del libro di Guido Giraudo "Sergio Ramelli, una storia che fa ancora paura", alla quale è seguito l'incontro-dibattito "
Anni '70, anni di piombo", con la partecipazione di
Teodoro Buontempo, deputato di A.N.,
Pietro Cerullo, ex Presidente della "Giovane Italia" e del "Fronte della Gioventù",
Lino Rascunà, Presidente dell'Associazione,
Giuseppe Articolo, ex Presidente Provinciale della "Giovane Italia" e socio di "Vico San Lucifero" e
Gianfranco Macciotta, ex dirigente della Sinistra giovanile, moderatore
Fabio Meloni.
Il Convegno, al quale hanno assistito oltre duecento persone (stipate in una sala da 150 posti), si è aperto con la presentazione del libro da parte del già citato Guido Giraudo (componente, tra l'altro, del gruppo musicale "Amici del Vento", molto noto nell'ambito della cosiddetta "musica alternativa").
Una presentazione incisiva e toccante, un'analisi oggettiva di quegli anni tragici, una sottolineatura del clima politico della "caccia al fascista". Analisi che però non è mai trascesa nel vittimismo. Un ricordo bello e toccante di Sergio Ramelli e lui per tutti quale Eroe morto per un Ideale; e un applauso lungo e intenso da parte del numeroso pubblico; e negli occhi e nel cuore un solo grido: «
CAMERATA RAMELLI, PRESENTE!».
E attenta e precisa è stata anche l'analisi di Giuseppe Articolo, che ha evidenziato come in Sardegna, per merito della classe dirigente giovanile di allora, la lotta politica non è degenerata nello scontro armato come nel resto d'Italia.
Ed è stato proprio grazie al movimento giovanile, come ha ricordato Lino Rascunà, ex segretario del "Fronte della Gioventù", che è stato possibile tenere aperte le sedi del M.S.I. ed ai suoi dirigenti di fare politica.
Sono seguiti gli interventi di Pietro Cerullo e Teodoro Buontempo, lucido e critico il primo, trascinante e roboante il secondo.
Voluta dimenticanza, in questa cronaca, di quanto esposto dall'Avv. Gianfranco Macciotta, non certamente per facile antagonismo di parte, ma perchè non ha detto nulla di intelligente, se non appellarsi al fatto che è "macabro" fare la conta dei morti.
No, caro avvocato Macciotta, la conta la facciamo perchè i nostri morti sono sempre stati vittime di agguati e mai caduti durante gli scontri di piazza.
La conta la vogliamo tenere quale testimonianza da lasciare oggi ai Giovani Nazionali; un messaggio che è importante proprio per il significato che ha: "una storia che fa ancora paura", come racconta Giraudo, la paura che nasce dalla consapevolezza di quanto il disegno strategico-politico della classe dirigente di allora mirasse a soffocare un'Idea e a cancellare dalla scena politica il Movimento Sociale Italiano che cresceva, otteneva consensi e quindi faceva paura.
Oggi la strategia politica è più sottile, più evoluta, ma proprio per questo più pericolosa, perchè contro l'egemonia della sinistra che ha invaso ogni settore della nostra società la lotta è più difficile, meno quantificabile, meno strutturabile, ma «
SE NON HA MOLLATO ALLORA SERGIO, CERTO NON MOLLEREMO NOI OGGI!».