Le prime volte - chi ben incomincia...
Sopra: Primo viaggio del pontificato di Papa Francesco
Sotto: Primo viaggio della nuova segretaria del Pd Elly Schlein
A me i numeri piacciono e concordo con Piergiorgio Odifreddi quando afferma che essi sono più chiari delle parole e che non ci si può nascondere dietro di loro perché sono molto sottili.
Diamo un colore a questi governi e diciamo che sono: di sinistra i governi Letta, Renzi, Gentiloni e Conte 2; è ambiguo il Conte 1 (Salvini agli interni); è neutro il governo Draghi e di destra quello Meloni (un mese su 108).
Allora tiriamo le somme, premettendo di ripartire in maniera proporzionale gli anni con più governi e sottolineando che non tutte le vittime erano dirette in Italia.
Durante i governi di sinistra sono morte o disperse 19.748 persone (circa il 73,5 % del totale), 2.272 (circa l'8,5 %) durante il governo Conte 1, 4.629 (17,2 %) con Draghi e la quota residua (circa 200, meno dell'1%) con Meloni.
Una persona normale a questo punto si chiede: ma di che cosa parlano?
È giusto stigmatizzare una situazione che si trascina in modo osceno da tanti anni - nel 2016, governo Renzi, ci fu un picco di 5.096 morti - ma non si può, se si è persone intelligenti, incolpare sempre e comunque il governo se è di destra (e in questi anni non ce n'erano) oppure i partiti di destra anche se non sono al governo.
Pietà, misericordia, compassione, comprensione della tragedia sono banditi.
In Italia la sinistra ha governato fino a marzo 2021, fino all'arrivo di Draghi, ma i morti hanno continuato indifferenti a morire e gli squittii di questi signori hanno sempre risuonato nei giornali e in tv.
Questa tragedia ininterrotta è ben più importante e drammatica di queste piccole persone.
Certo l'Italia ha il suo ben compitino da svolgere, perché è ancora assurdo che ci siano competenze divise tra Capitaneria di Porto (Ministero delle Infrastrutture e Trasporti), che dovrebbe intervenire per le emergenze in mare, e Guardia di Finanza (Ministero degli Interni), nel caso di sbarchi clandestini: il rimpallo delle responsabilità diventa troppo facile e può creare equivoci, come nel caso di Crotone.
La Meloni sottolinea che per la prima volta nel Consiglio europeo si parla di "frontiere esterne europee" riferite all'Italia; ma la Meloni è una politica ben navigata per non sapere che queste sono soltanto parole.
Certo anche Mattarella, Papa Francesco, von der Leyen hanno speso parole di solidarietà e di intento comune da perseguire.
Appunto, parole.
Qui servirebbero investimenti, una strategia, un rafforzamento delle operazioni Frontex, accordi a livello europeo con i paesi di origine. Non c'è solo la Turchia con i miliardi di euro che l'Europa gli regala (sponsor la Germania) per chiudere la via dei migranti verso il centro dell'Europa.
Con una politica suicida - e speriamo che non ci siano interessi nascosti - l'Unione Europea ha approvato provvedimenti per rendere più efficienti i consumi energetici delle abitazioni residenziali e il blocco della vendita di auto con motore termico. Provvedimenti approvati in tutta fretta perché il 2030 e il 2035 - data dalla quale avranno efficacia - sono alle porte.
In Europa il nuovo "Patto europeo su migrazione e asilo" è un documento programmatico pubblicato il 23 settembre 2020 con il quale la Commissione europea ha esposto le linee guida che orienteranno il suo lavoro in tema di migrazione nel prossimo quinquennio.
Il disegno della Commissione riguarda argomenti quali: controlli di frontiera, procedure di asilo e rimpatrio, riduzione delle disomogeneità esistenti nei paesi europei in materia di asilo, meccanismi di risposta alle emergenze migratorie, relazioni esterne con i principali paesi terzi di origine e di transito.
Dulcis in fundo: revisione del cosiddetto regolamento di Dublino con correttivi ai meccanismi attuali di ripartizione delle domande di asilo, con un incisivo strumento di solidarietà.
C'è quanto basta per far suonare a tutto volume il quarto movimento della Sinfonia n. 9 di Beethoven.
Il documento è del settembre 2020 e io, ingenuo, ho pensato che il quinquennio di riferimento potesse essere addirittura il 2021-2025.
L'obiettivo della Commissione è invece quello di approvare il documento (o quello che ne resterà dopo l'opera di revisione dei paesi membri, alcuni dei quali decisamente contrari a qualsiasi modifica dell'attuale situazione) entro il 2024, cioè a fine legislatura europea.
Il 22-23 marzo sono sbarcati in Italia oltre 4 mila migranti. Il 23-24 marzo a valle della riunione dei capi di stato e di governo della Ue, al punto 5 dell'ordine del giorno, "Varie ed eventuali", è stato scritto: «
Ricordando che la migrazione è una sfida europea che richiede una risposta europea, il Consiglio chiede la rapida attuazione di tutti i punti concordati. Riesaminerà tale attuazione nel mese di giugno».
Questa è la solidarietà europea?
Nel frattempo i signori saranno impegnati a disquisire di cavallette, concessioni balneari (soprattutto l'Austria, che il mare non ce l'ha) e altre simili importantissime questioni.
È una vera tristezza. Mentre gli oltre 700 parlamentari europei si dilettano nelle loro pratiche solipsistiche le persone continuano a morire.
Guardare questa Europa diventa sempre più scoraggiante.
L'anno appena concluso ha messo a dura prova la fede di coloro che credono ancora in quest'ideale.
Abbiamo visto i dispettucci da asilo infantile tra Charles Michel, Presidente del Consiglio europeo, e Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea (qualcuno conosce le differenti funzioni di questi due organismi?); abbiamo assistito alla soluzione del "price cap" sul gas rinviata di mesi con una perdita di miliardi di euro a causa dei tentennamenti e degli egoismi di alcuni stati. Un tutti contro tutti, paesi del nord Europa contro quelli mediterranei, che ha raggiunto il culmine quando il governo tedesco ha annunciato un pacchetto di misure da 200 miliardi di euro per aiutare imprese e cittadini tedeschi (ma non sono aiuti di Stato vietati nell'Unione?).
Non parliamo, per amor di patria, di Qatargate.
È un'Europa che si è persa nei suoi egoismi e nella sua ottusa burocrazia.
Come sempre si contrappongono gli interessi dei singoli paesi europei a quelli di tutti i cittadini europei. O questi ultimi sono più importanti oppure resteremo sempre vittime di questa anarchia di Stati che non sono capaci di decidere insieme.
L'ambizione di una Federazione europea, con un esercito e una politica estera comune, con un maggior spirito di solidarietà e omogeneità in campo economico, del lavoro e fiscale (abbattendo ad esempio gli attuali paradisi fiscali di Irlanda e Olanda, un vero obbrobrio): tutto questo non sembra purtroppo alla portata di questi tempi.
E allora occorrerà rassegnarsi a vivere a metà strada, dilaniati tra i nostri piccoli interessi nazionali cercando di tenerceli cari e quello spirito ideale di unione che certo non traspare dai comportamenti dei nostri organismi europei.
Francamente dei grilli in polvere non ci interessa niente.
La Gran Bretagna è uscita dall'Unione Eeuropea tra grida di riprovazione unanime.
Forse ci ha rimesso in grande misura dal punto di vista economico.
Può anche darsi che sia cos&??grave;: ma ogni tanto mi viene da pensare che - se anche dovessero morire di fame - almeno lo faranno da persone libere.