I "pionieri" fascisti in Sardegna
Quando il 23 marzo del 1919 Mussolini fondò a Milano i Fasci di Combattimento, vi era un solo Sardo d'origine: lo scrittore futurista Mario Dessì.
In Sardegna i simpatizzanti fascisti erano solo una qualche decina ma tutti ben inseriti prima nel Movimento dei Combattenti e poi nel Partito Sardo d'Azione.
I primi Fasci di Combattimento sorsero di fatto nei primi mesi del 1921 in vista del Congresso regionale dell'Associazione combattenti dell'aprile dello stesso anno.
Il congresso si tenne a Oristano e sancì la fondazione del Partito Sardo d'Azione con l'iscrizione d'ufficio al partito di tutti gli ex combattenti.
Quelli che non erano d'accordo costituirono le prime sezioni del Fascio.
C'è da dire che sezioni fasciste e sezioni sardiste non furono mai in competizione praticamente sino a qualche mese prima della Marcia su Roma.
Solo da parte sardista vi era diffidenza nei confronti del fascismo "continentale", in quanto considerato filo governativo, a servizio degli interessi industriali e degli agrari.
La prima sezione fu costituita a Tempio nell'ottobre del 1920 con una decina di iscritti capeggiati dall'ex tenente Francesco Caput. L'Avvocato Caput ebbe poi un ruolo molto importante con Sorcinelli nel capeggiare il fascismo contrario alla fusione con i sardisti.
Il Fascio di Tempio ebbe sempre vita grama e alla vigilia della Marcia su Roma contava appena 30 iscritti. Stampò anche un numero unico di 4 pagine intitolato "Vivere ardendo", primo documento del fascismo sardo, nel quale si asseriva che il socialismo inculcava negli sprovveduti «l'aspirazione alla dittatura per soppiantare la sana democrazia». Mentre nello stesso periodo i combattenti sardisti ritenevano deleterio il concetto stesso di democrazia.
I fasci si estesero poi a Sassari e nel Sassarese, ma non contarono, sino alla Marcia su Roma, più di 200-250 iscritti.
La culla del fascismo fu certamente Iglesias e tutto il Sulcis Iglesiente.
Il capo fu Guido Otelli, un ex combattente che al fronte aveva conosciuto il Gen. Gandolfo.
Otelli avrà poi il compito di organizzare la prima legione della milizia fascista in Sardegna con il grado di console.
Fu anche l'ultimo federale di Cagliari, nominato a fine del giugno 1943.
Otelli, che era segretario della sezione Combattenti, fondò nel marzo 1921 la sezione del Fascio di Iglesias: erano con lui gli ex ufficiali Casula, Nascimbene, Sagheddu e Spina.
Sagheddu, divenuto presidente del Tribunale Militare di Torino, fu ucciso dai partigiani il 25 aprile del 1945.
Ma già da prima erano sorte, facenti capo alle locali sezioni Combattenti, gruppi di squadristi in funzione anti socialista, anti Cgil e anti operaia. Detti gruppi erano presenti ad Arbus, Carloforte, Domusnovas, Gonnesa, Gonnosfanadiga. Le squadre erano finanziate da Sorcinelli.
Da subito ebbero luogo le spedizioni punitive contro le sedi socialiste della Camera del Lavoro e singoli esponenti socialisti e sindacalisti.
Famosa fu la spedizione organizzata contro gli operai che lavoravano presso la diga del Tirso. Gli scontri durarono fino all'agosto del 1922, quando il sindaco di Iglesias pubblicò il patto di pacificazione fra fascisti e socialisti.
Del fascismo iglesiente facevano parte non pochi pregiudicati, cosa segnalata sia dai socialisti che dai sardisti. La cosa trovò credito in Mussolini, che ebbe a definire il fascismo iglesiente «compagnia malvagia e scempia».
Molto scarse sono invece le notizie sulla fondazione del Fascio di Cagliari: si presume che sia avvenuta nei primi mesi del 1921. I fondatori furono in tutto 12, quasi tutti ex combattenti. Fra i più noto possiamo annoverare il Rag. Alberto Del Piano, padre del nostro compianto Prof. Lorenzo Del Piano.