EXCALIBUR 143 - agosto 2022
in questo numero

In ricordo dell'amico Silvio Lippi Serra

Ci ha lasciato un appassionato "militante" sindacale

di Angelo Abis
Cagliari 1970, <b>Manfredi Serra</b>, segretario provinciale della Cisnal, <b>Pippo Lubelli</b>, dirigente della Cisl, <b>Silvio Lippi Serra</b> e <b>Angelo Abis</b>, dirigenti della Cisnal
Cagliari 1970, Manfredi Serra, segretario provinciale della Cisnal,
Pippo Lubelli, dirigente della Cisl, Silvio Lippi Serra e Angelo
Abis
, dirigenti della Cisnal
Silvio se n'è andato il 16 agosto, all'età di 92 anni, serenamente come non avrebbe voluto, lui che era l'antitesi della serenità: sempre in movimento, instancabile, con un cervello vulcanico che sprizzava in continuazione idee, progetti, battaglie nelle quali si buttava a corpo morto, con un linguaggio contorto e dispersivo, datogli da una leggera balbuzie, ma estremamente efficace perché sorretto da una forte passione, soprattutto quando affrontava le questioni sindacali.
Conobbi Silvio nel lontano 1963, quando col compianto Manfredi Serra, allora segretario provinciale della Cisnal, lo andavamo a trovare in un bugigattolo in Via Grazia Deledda, dove col giornalista Lucio Etzi gestiva una agenzia di stampa. Silvio, col fratello Efisio, consigliere regionale, era fra i più noti esponenti del Partito Nazionale Monarchico.
Ma al contempo Silvio era anche un importante esponente della Cisnal, sindacato notoriamente vicino al Msi, nel quale dirigeva la forte federazione dei dipendenti degli enti locali e della sanità.
Ho iniziato a collaborare con la Cisnal nel 1964 per assumere poi incarichi dirigenziali nel 1969, allorché fui assunto presso il Consorzio Antitubercolare di Cagliari. Da allora i miei rapporti con Silvio divennero sempre più stretti e si trasformarono in una forte amicizia anche familiare coinvolgendo anche la moglie, la cara Marilena, tant'è che nel 1974 Silvio divenne padrino di mio figlio Giorgio.
Ho condiviso con Silvio tutte le battaglie della Cisnal sino al 1978 e quello che mi colpiva di lui era la straordinaria capacità di coinvolgere nelle nostre battaglie i ceti che erano all'ultimo gradino nella scala gerarchica del pubblico impiego. Mi riferisco in particolare ai netturbini del Comune di Cagliari, ai cantonieri dell'Amministrazione Provinciale, ai dipendenti del Comune di Quartu, trovando sempre grande rispetto sia da parte dei dirigenti delle altre sigle sindacali che dei pubblici amministratori.
Dal 1972 sino al 1978 abbiamo anche condiviso l'esperienza politica, prima nel Msi - Destra Nazionale e poi, dopo la scissione del Msi, in Democrazia Nazionale. Ma per Silvio i partiti erano semplici contenitori utili per poter portare avanti le proprie idee, ovvero per poter fare politica, senza la quale Silvio entrava subito in crisi depressiva.
E per questo motivo dopo la fine di Democrazia Nazionale approdò per qualche tempo nella Dc per poi seguire Berlusconi nella costituzione di Forza Italia, ultima tappa della sua lunghissima militanza politica, che era iniziata col Partito Liberale e con L'Uomo Qualunque.
Di lui mi rimane il suo affettuoso appellativo di "Angelino", il fatto di averlo avuto vicino e solidale, prodigo di aiuti in tutte le vicende, soprattutto quelle meno liete della mia vita.
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