EXCALIBUR 120 - ottobre 2020
in questo numero

Urbanistica a Cagliari

Una Cagliari proiettata sul futuro in sintonia con la propria tradizione

di Antonello Angioni
la Legione dei Carabinieri, anni '30, stile classico (le statue sono dello scultore Manca)
il Palazzo Vinceremo, anni '40, stile fascista
Sopra: la Legione dei Carabinieri, anni '30, stile classico (le statue
sono dello scultore Manca), e il Palazzo Vinceremo, anni '40, stile
fascista
Sotto: il Palazzo Scano, 1926, arte fascista, e la Galleria Comunale,
anni '30, dell'Arch. Ubaldo Badas
il Palazzo Scano, 1926, arte fascista
la Galleria Comunale, anni '30, dell'Arch. Ubaldo Badas
Il programma di governo della coalizione guidata da Paolo Truzzu ha posto l'urbanistica al centro dell'azione amministrativa, in quanto costituisce lo «strumento fondamentale per governare il nostro territorio e soprattutto consente di programmare e determinare lo sviluppo futuro del Comune di Cagliari» e, con esso, della Città Metropolitana.
È evidente che per raggiungere questi importanti obiettivi, si debba partire dagli strumenti urbanistici, a iniziare dal Piano Urbanistico Comunale (Puc) che dovrà essere adeguato al Piano Paesaggistico Regionale (Ppr) oltre che al Piano per l'Assetto Idrogeologico (Pai). In particolare, il Ppr - condivisibile o meno che sia, avuto riguardo ai suoi contenuti - costituisce norma sovraordinata.
Quindi, senza la rivisitazione del Puc, col permanere degli attuali vincoli sulla città (le cosiddette norme di salvaguardia), qualsiasi ipotesi di sviluppo viene negata e la città è costretta all'immobilismo: una condizione che, purtroppo, si trascina da anni e che danneggia cittadini e imprese. L'adeguamento del Puc al Ppr (e al Pai) si sta concretizzando attraverso l'elaborazione di circa trenta "Piani Guida" tesi a disciplinare settori omogenei della città.
La nuova pianificazione peraltro dovrà assumere - e già sta assumendo - una dimensione metropolitana. In particolare, nel "programma di governo" si evidenzia la necessità di «una pianificazione d'area vasta che potenzi il trasporto in sede propria per agevolare la modalità alternativa e ridurre la pressione di traffico sul centro cittadino da parte dei pendolari che vengono ogni giorno in città in automobile».
Al fine di "pianificare la nuova città", l'amministrazione comunale dovrà agire, di concerto con Stato e Regione, per acquisire i beni in dismissione che possono essere utilmente messi a frutto dal Comune. Infatti, come si evidenzia nel programma di governo della coalizione, «molte delle costruzioni che nell'ultimo secolo sono state destinate a ospitare funzioni proprie della Regione e dello Stato, avendo perso la loro contingenza e attualità, vanno recuperate per le nuove esigenze di Cagliari».
In pratica, la città dovrà riappropriarsi dei suoi spazi dove dovranno essere realizzati nuovi servizi pubblici e privati in grado di soddisfare i bisogni della comunità.
Grande importanza dovrà assumere il Centro storico, che rappresenta il cuore della città e un'importante opportunità di sviluppo complessivo. Attualmente il Piano particolareggiato del Centro storico di Cagliari e della Municipalità di Pirri è stato completato attraverso la disciplina degli ambiti in trasformazione e presto verrà portato all'approvazione del Consiglio Comunale. Potranno così ripartire le iniziative volte al completamento del tessuto edilizio (sulle poche aree inedificate o con edifici bombardati), alla sostituzione di fabbricati incongrui e privi di pregio e al restauro conservativo.
Altri importanti obiettivi strategici in materia urbanistica sono rappresentati: dalla realizzazione, in accordo con l'Autorità Portuale, del grande lungomare (da Giorgino al Poetto); dal recupero delle periferie (borgo Sant'Elia, Sant'Avendrace, Is Mirrionis e San Michele) attraverso la realizzazione di consistenti lavori pubblici sia nel settore dell'edilizia (col progetto di rigenerazione urbana), sia attraverso interventi diretti al miglioramento delle urbanizzazioni, a Barracca Manna; dalla realizzazione del "Distretto Velico di Marina Piccola", che presuppone la definizione del Piano Regolatore Portuale di Marina Piccola, attualmente in fase di elaborazione.
Si tratta di interventi volti allo sviluppo della città: una città "rigenerata", con una nuova identità urbana, policentrica, che rivitalizzi il centro e dia adeguato spazio alle periferie. Ma anche una città del benessere equo, a portata di tutti, che faciliti l'inclusione dei soggetti più fragili e svantaggiati e l'accessibilità motoria e sensoriale di tutti.
La città con i suoi organi di governo, in questo contesto, deve assumere un ruolo di grande responsabilità, perché costituisce da sempre il luogo della civiltà, il punto nodale da cui le persone partono alla conquista di nuovi orizzonti. Oggi, come in ogni tempo, la città è alla base di ogni sviluppo umano e culturale, di ogni ipotesi di progresso socio-economico e di crescita civile. È per le strade e le piazze, i palazzi, le scuole e le università, le caserme, le chiese, i negozi e le industrie della città che si costruisce la società e si afferma ogni forma di civiltà. Per questo, l'urbanistica assume una notevole importanza.
Non c'è dubbio, infatti, che nella storia dell'umanità i contesti urbani costituiscano una delle forze primarie di crescita e sviluppo. Scriveva Le Corbusier che «la vita della città è un avvenimento continuo che si svolge nei secoli con opere materiali, tracciati e costruzioni, che le conferiscono una propria personalità e da cui emana un po' alla volta la sua anima». È infatti attraverso un succedersi continuo di opere materiali che la città definisce, nel corso dei secoli, la propria forma e riesce a esprimere, un po' alla volta, nel legame col passato, la sua anima presente.
Anche Cagliari ovviamente non si sottrae a questa regola. La sua storia, infatti, si specchia tutta nel tessuto urbano e nelle sue progressive trasformazioni urbanistiche e edilizie. Rivisitando i luoghi e analizzando le costruzioni, è possibile dunque tracciare la storia della città e cogliere i diversi passaggi che ne hanno segnato la formazione nell'incessante scorrere del tempo.
Perché sono le pietre che parlano, che raccontano, che testimoniano del tempo e delle circostanze in cui furono squadrate, sovrapposte con malta, rese partecipi della vita civile dell'intera comunità cittadina.
Quelle pietre - divenute edifici o spazi urbani grazie alla mano dell'uomo - possono, ad esempio, aiutarci a capire il difficile e talvolta non lineare cammino che ha portato Cagliari a trasformarsi da piccola città feudale e "coloniale" (residenza del conquistatore di turno) in una vera città moderna, dal taglio mercantile, produttiva, di vocazione europea e mediterranea.
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