La Grotta della Vipera a Cagliari: mausoleo di Atilia
Pomptilla
Ci stiamo riaffacciando alla vita, sia pure fra tante incertezze, ma come dobbiamo agire, cosa dobbiamo fare? A questa domanda non so rispondere e non mi pare riesca a farlo neanche Nostra Signora Televisione, che continua a proporci le medesime cose come accadeva prima dell'epidemia: tanta insulsa pubblicità e infinite, noiosissime, chiacchiere.
Ma veniamo al punto! In questo momento domina ancora il virus e il grande assente è la politica, e mi domando cos'ha da dire a un antico elettore di destra la sua parte politica. Per il momento nulla di più delle cose ovvie che circolano nei talk show e sono sovente indizio dell'incertezza in cui brancolano le teste illuminate.
È possibile che l'epidemia ci abbia atrofizzato il cervello? Ciò che mi lascia perplesso è il nostro immobilismo, poiché questo è il vero virus da combattere. A mio avviso dobbiamo riprendere alcune vecchie e sane abitudini e in primo luogo bisogna comunicare. Cominciamo con l'organizzare degli incontri nel rispetto delle fastidiose regole del distanziamento. Non basta facebook, che certamente può essere veicolo di idee e progetti ma non sostituirà mai il confronto de visu: dobbiamo riprendere a comunicare, distanziati, ma riprendiamo a comunicare.
Per quanto mi riguarda mantengo i rapporti con gli amici tramite il telefono, ma è necessario dare fisicità alle vite distanziate dell'oggi, quanto meno per dimostrare che siamo vivi, e se avremo modo e soprattutto voglia di incontrarci potremo anche interrogarci, potremo persino dare corpo a progetti politici e potremo ascoltare chi avrà voglia di parlare.
Ricordiamoci, tra l'altro, che la Destra governa Cagliari con un giovane sindaco espresso da Fratelli d'Italia sul quale ricadono le aspettative della vasta comunità della Città Metropolitana di Cagliari e vorrei interloquire con lui per avere un quadro attendibile della situazione sul piano sanitario, economico e sociale.
E poi gradirei sapere se siamo in grado di contribuire a disegnare il futuro della città, che a mio avviso deve avere come punto di partenza il turismo, che va ristudiato e rilanciato. Per rendere quel comparto il più attraente possibile bisogna imboccare la strada della storia, della cultura e dei servizi turistici, che avevo proposto prima dell'ondata epidemica.
Allora, circa sei mesi fa, sostenevo che bisognava puntare sul rilancio del quartiere Castello, nel quale in epoca pisana si è concretizzata la rinascita della città antica e dove purtroppo sono ancora presenti le rovine della guerra, che sarebbe tempo eliminare con un attento piano di recupero, comprendendo anche la ricostruzione del mitico "Portico di Laconi".
Nel contempo andrebbero valorizzate le testimonianze più significative della storia millenaria di Cagliari, facendo in modo di renderne partecipe tanto il cittadino come il turista, divenuto ormai uno strumento passivo di quel consumismo crocieristico che solo marginalmente tiene in debito conto le risorse della nostra terra. I punti di forza di queste testimonianze sono ben noti: la necropoli di Tuvixeddu, per il periodo punico, l'anfiteatro e le case di Via Tigellio per quello romano, le torri pisane per il medioevo, le opere bastionate per l'epoca ispanica e il periodo sabaudo.
Ma fra tutte quelle ricordate, merita particolare attenzione il mausoleo di Atilia Pomptilla, nobildonna romana originaria di Tivoli alla quale il marito, per esaltarne il ricordo, dedicò fascinose composizioni poetiche che sarebbero da recuperare, in quanto espressioni tangibili della cultura letteraria dell'antica Karalis.