Francia alle urne per la Presidenza della Repubblica
Ci convince poco l'interpretazione più gettonata secondo cui l'elezione francese avrebbe premiato (ma non molto) una forza nazionalista, antisistema, xenofoba e antieuropea impersonata da Marine Le Pen.
Ma il vero vincitore sarebbe invece Emmanuel Macron e non tanto perché ha superato la Le Pen, quanto perché è stato percepito da tutte quelle forze politiche, economiche e sociali, che nell'attuale sistema francese campano più che bene, come l'ultima difesa per il mantenimento dei proprio benessere.
Non è un caso infatti che Le Pen, come del resto Trump negli Stati Uniti, abbia stravinto fra gli operai con il 37% dei voti, mentre il pur robusto partito della sinistra radicale di Melenchon ne ha raccolto solo il 24%. Così come il Front National è maggioritario fra i ceti bassi, i disoccupati, gli agricoltori.
A favore di Macron hanno preso posizione tutti i leaders politici, eccetto Melenchon, tutto il mondo economico-finanziario che ruota attorno a Parigi e a Bruxelles, la grande moschea di Parigi, la comunità ebraica e, anche se in maniera velata e tortuosa, anche la chiesa cattolica. Ma parliamo di vertici. Si adeguerà il popolo francese? Non ne siamo sicuri.
Si vota di nuovo il 7 maggio, giorno festivo. Occhio: i poveri non faranno ponti o vacanze ed è più probabile che vadano a votare. Dubito che se ne privino i benestanti per i begli occhi di Macron.