Il 10 giugno scorso, nei locali di Villa Muscas, a Cagliari, il mondo culturale della destra, ha voluto revocare il dramma della guerra civile spagnola, di cui decorre l'80º anniversario, avendo avuto inizio il 17 luglio del 1936 col famoso "alzamiento" delle truppe franchiste contro il governo repubblicano spagnolo.
"Vico San Lucifero" non è nuova a questo tipo di celebrazione: anche nel 2006, 70º anniversario dell'insurrezione, la nostra associazione organizzò un convegno nei locali del Lazzaretto di Cagliari. La manifestazione ebbe allora un taglio inedito datole dall'allora assessore alla cultura di Cagliari, Prof. Giorgio Pellegrini, il quale, da par suo, parlò, servendosi anche di immagini fotografiche, dello sviluppo artistico che la guerra determinò in entrambi gli schieramenti.
Anche nel 2016, non cedendo alle pur evidenti e legittime simpatie del nostro mondo per lo schieramento nazionalista spagnolo, gli oratori che hanno parlato, Angelo Abis, Emilio Belli e il Prof. Beppe Loy Puddu, professore emerito della "Bocconi" di Milano, hanno toccato, con rigoroso criterio storico, temi inediti o quantomeno poco conosciuti di quella guerra civile.
Riportiamo qui di presso le considerazioni più innovative fatte dagli oratori, con particolare riferimento al ritratto che il prof. Beppe Loy Puddu ha fatto di Josè Antonio Primo De Rivera, fondatore della Falange Spagnola. «
Quando si diffuse la notizia dell'insurrezione di Franco, il 17 luglio del 1936, il governo italiano cadde dalle nuvole [...] nei giorni successivi, addirittura, il quotidiano di Mussolini "Il Popolo D'Italia", diede notizia della rivolta militare, come un qualcosa che sarebbe stata domata facilmente in pochi giorni dal governo repubblicano spagnolo».
Franco inviò a Mussolini una richiesta di 12 aerei da trasporto [...] per ben due volte Mussolini respinse la richiesta, salvo cambiare idea quando seppe che i Francesi stavano inviando grossi quantitativi di armi al governo repubblicano [...]. All'Italia interessava poco o nulla che in Spagna ci fossero governi di destra o di sinistra...importava unicamente che i governi iberici non facessero accordi politico-militari con la Francia, sì da permettere a questa di spostare le proprie truppe dall'Africa settentrionale alla madrepatria e di installare proprie basi nelle isole Baleari.
"Contrariamente a quanto possa pensarsi, primo a schierarsi in maniera radicale in favore dei franchisti fu il Vaticano con una presa di posizione molto dura, il 26 di luglio, dell'Osservatore Romano. Non a caso, ma a ragion veduta il Vaticano bandì una vera e propria crociata contro la Spagna repubblicana.
La guerra civile si concluse nel 1939 con la vittoria del Franchismo, ma ne uscì sconfitto il movimento falangista che fu posto per decreto alle dirette dipendenze di Franco, mentre Manuel Hedilla, secondo e ultimo capo della falange fu imprigionato il 25 aprile del 1937. Uscì dal carcere solo il 6 aprile del 46 [...]. Nel fronte repubblicano ci fu chi perse due volte: gli anarchici e i comunisti antistalinisti (i troskisti) furono arrestati e massacrati a migliaia per ordine dei comunisti filosovietici, fra cui Togliatti, con l'accusa infamante di essere al servizio di Franco».
Durante il convegno sono state lette alcune frasi di Josè Antonio Primo De Rivera, il fondatore del movimento falangista, fucilato dai repubblicani all'età di 33 anni: «
Perdono con tutta l'anima quanti hanno potuto recarmi danno e offesa, senza alcuna eccezione. Dio voglia che il mio possa essere l'ultimo sangue spagnolo versato in lotte civili. Dio voglia che il popolo spagnolo, così ricco di buone e profonde qualità, possa trovare nella pace, la Patria, il pane, la giustizia».