Sangue del novembre 2014 e sangue del settembre 1982
Questa mattina, sfogliando sul pc le agenzie di stampa, ho letto questa notizia che riporto testualmente:
«
(AGI) - Gerusalemme, 18 nov. - Attacco terrorista stamane a una sinagoga di Gerusalemme nel sobborgo di Har Nof su Agasi street: 6 morti, inclusi i due terroristi provenienti da Gerusalemme est, e 8 feriti, di cui 4 gravi. I terroristi sono entrati nella sinagoga con armi da fuoco, asce e coltelli e hanno ucciso 4 fedeli prima di essere a loro volta eliminati dalla sicurezza. Questo di oggi è solo l'ultimo in ordine di tempo di una serie di attacchi che hanno visto - come non succedeva da tempo - Gerusalemme come teatro.
La tensione è alta da quando Marwan Barghouti, leader di Tanzim (braccio armato di Fatah), che sconta 5 ergastoli nelle prigioni israeliane, ha invocato la III intifada dopo quella del 1987 e del 2000. L'attacco [...]
è stato rivendicato da Hamas e dalla Jihad Islamica.
Benjamin Netanyahu ha promesso di "rispondere duramente" all'attacco di stamane alla sinagoga di Gerusalemme. [...]
il premier israeliano ha puntato il dito contro Hamas e il premier dell'Anp accomunandoli nella responsabilità, anche se parte del peso cade sulla comunità internazionale che ignora l'incitamento alla violenza di Hamas e Anp.
Intanto la notizia dell'attacco di stamane è stata salutata nella Striscia di Gaza dal lancio di fuochi d'artificio e manifestazioni di gioia, come riferisce l'israeliano "Yedioth Ahronoth"».
Qualcuno dirà: è la solita storia, niente di nuovo. A costo di sembrare un rompiscatole - ma chi dissente, dopo aver letto il nome di chi scrive, può saltare direttamente a un altro articolo o esprimere il suo parere scrivendo a una delle e-mail riportate sul giornale - vorrei soffermarmi su una frase detta da Netanyahu, quando afferma che parte del peso ricade anche sulla comunità internazionale che ignora l'incitamento alla violenza di Hamas e Anp.
Certo, sembra la solita frase dopo i soliti attentati. Ma non è così.
Sempre oggi, 18 novembre, ho letto su un quotidiano che purtroppo non viene distribuito in edicola in Sardegna, la notizia dell'inaugurazione di una mostra al Museo della resistenza, in Corso Valdocco, a Torino.
Il titolo della mostra è "Il lungo viaggio della popolazione palestinese rifugiata".
Tralascio per brevità contenuto e tempistica della mostra, nonché giudizi - ovviamente personali - sull'obiettività della stessa.
Nella mostra si parla molto di Sabra e Shatila, campo profughi palestinese posto nella periferia di Beirut. Nella didascalia della mostra di Torino che accompagna alcune immagini si legge che «
diverse centinaia di rifugiati palestinesi furono massacrati nei distretti di Sabra a Shatila dalle forze armate israeliane tra il 16 e il 18 settembre 1982».
Forze armate israeliane? Una consultazione pura e semplice su Google avrebbe informato gli estensori della mostra che quella strage fu compiuta da falangisti maroniti come rappresaglia per l'uccisione da parte dei Palestinesi di Bashir Gemayel, leader maronita, avvenuta il 14 settembre, nove giorni prima del suo insediamento come nuovo Presidente della Repubblica libanese.
Ma per i curatori dell'esposizione il massacro fu opera delle forze armate israeliane.
Secondo voi Netanyahu ha torto?
Sono queste "volute" inesattezze, le notizie riferite parzialmente, l'enfasi data a certi fatti e la sordina posta ad altri, che hanno trasformato l'Europa tutta nel più antisemita dei continenti.
L'esposizione è realizzata dall'Unrwa, l'Agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi ed è stata finanziata dal Comune di Torino e dalla Regione Piemonte. Alla conferenza stampa di presentazione sono intervenuti assessori della Regione e della "cultura" del comune di Torino.
Questi signori, che penso abbiamo visitato la mostra con compunzione e devozione prima di presentarla, non hanno avuto evidentemente nulla da obiettare sul contenuto della stessa: o sono ignoranti - e questo è grave - o sono ipocriti e in malafede - e questo è peggio.
A voi la scelta.