Bel colpo signori alleati
Non è bene che una critica obbiettiva trascuri di giustamente sensibilizzare due fatti politici che per l'Italia e per la Sardegna stanno ai primi posti dell'interesse politico attuale. Essi sono: il primo le dichiarazioni di Churchill riguardo alla situazione italiana; il secondo la circolare diramata dall'Ufficio Stampa alleato sulla disciplina della stampa in Sardegna.
Del primo sorvoliamo il punto (in senso assoluto indubbiamente il più interessante) in cui Churchill confessa chiaramente che qualunque altro governo in Italia diverso da quello Badoglio «potrebbe cercare di attirarsi le simpatie degli Italiani resistendo alle richieste rivoltegli dall'esercito alleato». Sorvoliamo perché esso ribadisce dei concetti ormai acquisiti da tutti gli Italiani di buona fede: che il popolo italiano non vuole dare la sua collaborazione allo sforzo alleato, perché lo sente antitaliano; che le simpatie degli Italiani non sono certo per gli Anglo-russo-statunitensi e per i loro manutengoli momentaneamente al potere in una parte dell'Italia; e che un governo più servo di quello di Badoglio è impossibile trovarlo.
Il punto che a noi oggi preme di rilevare è quello in cui Churchill dice testualmente: «I rappresentanti dei vari partiti che 15 giorni or sono si radunarono a Bari sono naturalmente ansiosi di tenere le redini del governo italiano, ma non avranno i poteri costituzionali fino a quando il Re abdichi o fino a quando egli o il suo successore li invitino ad assumere il potere», quello che tra le righe potrebbe essere aggiunto è questo: «Il Re abdicherà solo quando noi vorremo e se vorremo; i partiti politici perciò avranno il potere quando noi vorremo e se vorremo».
Churchill colle sue parole ha definitivamente e in blocco liquidato le svariate aziende degli infiniti comitati di liberazione, concentrazione, i quali erano partiti in quarta all'arrembaggio del potere: i quali avevano addirittura preso il volo alla volta della cuccagna del Campidoglio sulle ali di quella... libertà che, poveri illusi, essi avevano sperato che le Nazioni unite portassero in Italia a navi-cisterna, a convogli... come i viveri. Churchill, che dimostra di saper trattare gente di quella risma, avverte con brutale schiettezza: «Badate che la libertà per voi è già stata. Voi l'avete avuta ed esaurita il momento stesso in cui siete stati liberi di decidere e avete liberamente deciso di arruolarvi come marionette del teatro da noi gestito, negli spettacoli da noi inscenati. Ormai però i vostri movimenti non dipendono che dai fili che vi tengono e che noi, solo noi, manovriamo».
Questo ha detto chiaramente Churchil ed è come se avesse detto a un cane che esagera nello sfregarsi addosso, nello scodinzolare, nello zampare e magari nel leccare: «Levati dai piedi. Ritorna nella tua cuccia». Il cane, si sa, mette la coda fra le gambe e ubbidisce, pronto però a ripetere le sue effusioni di servile affetto al minimo cenno di benevolenza. Finché non ci busca la pedata!
In Sardegna colpo doppio: perché a quello pur fiero inferto da Churchill si aggiunge quello ancora più umiliante inferto, colla circolare sulla disciplina della stampa sarda, da quel castigamatti che si rivela l'Ufficio Stampa alleato. Umiliante, diciamo subito, per uomini normali, cioè in possesso di un minimum di dignità e di fierezza, ma non certo per uomini di eccezione tipo comitati di liberazione, concentrazione, responsabili di stampa sarda, etc.. Ma è bene citare testualmente i passi più salienti della circolare in questione: «Parecchie settimane di esperienza hanno dimostrato che in molti casi è evidente una completa ignoranza di ciò che, in via generale, è la libertà in una società civile, e di ciò che è in particolare la libertà di stampa»; e poi: «i limiti imposti da tale censura, da tale senso di opportunità, esattezza e discrezione vengono osservati nei Paesi alleati più per un senso spontaneo di civica disciplina che non per l'imposizione di apposite misure coattive, sia in tempo di guerra che in tempi normali». E ancora: «i direttori di giornali pensino più alla dignità della stampa italiana che non alla libertà. La prima sarà sicura garanzia della seconda».
Dignità! Civica disciplina! Senso di opportunità, esattezza, discrezione! Completa ignoranza di ciò che in una società civile è libertà! Tutti concetti ormai... superati da questi uomini d'eccezione. Per un uomo normale, ripetiamo, sia pur amante a tutti i costi della libertà comunque intesa, tali lezioni basterebbero per deciderlo a dedicarsi alla lotta... libera naturalmente. Per uomini tipo concentrazione etc. (li conosciamo uno per uno) no.
Loro sotto la staffilata insistono: aumentano d'intensità e frequenza le leccate e le spazzolate: continuano a esibirsi nel grottesco varietà da altri inscenato e diretto.
Fierezza! Dignità! Che valgono? Ora, che valga, non c'è che la libertà, la libertà naturalmente che essi intendono: quella di cavare gli occhi a chi guarda le loro turpitudini. Oltre questo non c'è che farsi applaudire.
Forza onorevoli e futuri onorevoli.
Fate del vostro meglio per strappare l'applauso! Finché agli altri piaccia di tirare i fili che vi reggono, marionette da tragicommedia!