EXCALIBUR 30 - ottobre 2001
in questo numero

Cambio di guardia per Excalibur

Chi va...

di Roberto Aledda
Ritengo doveroso, dopo aver curato la pubblicazione dei primi trenta numeri di Excalibur, oltre che necessario per motivazioni di carattere personale, lasciare l'incarico di direttore di redazione, auspicando un cambio di guardia che permetta a Excalibur, e all'Associazione che esso rappresenta, un necessario salto di qualità.
Lascio consapevole che l'incarico di successore è affidato a un amico che garantisce ai lettori la necessaria capacità, esperienza e preparazione culturale, e al quale auguro un proficuo lavoro.
In quattro anni Excalibur è diventato, da "Notiziario interno dell'Associazione Vico San Lucifero", con una diffusione di 200 copie rigorosamente fotocopiate, un mensile a tiratura mirata di 900 copie, con larga diffusione anche nella penisola, oltre che in tutta la Sardegna, migliorando, nei limiti dei propri mezzi, la veste grafica e tipografica.
Una redazione (tutta) che fino a oggi, con l'aiuto di alcuni (non dimentichiamo, per esempio, i giovani amici dell'Associazione "Caravella"), ha "cantato e portato la croce", cioè elaborato, scritto, piegato, pinzato, incollato e fatto quant'altro serva a un giornalino artigianale come il nostro a raggiungere il lettore. Da parte mia spero di aver messo in condizione chiunque lo abbia voluto di esprimersi liberamente su queste pagine.
Tanti non hanno approvato alcuni articoli apparsi su Excalibur, e forse, permettetemi, questa è stata la sua forza: aver promosso una libera circolazione di idee e di opinioni, senza condizionamenti.
Siamo sempre stati estranei alle dispute elettorali, pur avendo spesso nostri amici, soci e dirigenti impegnati direttamente in esse. Non abbiamo comunque avuto nessun timore ad attaccare, anche duramente, chi detiene il potere, specie se ha preso impegni, a nostro avviso spesso non mantenuti, con gli elettori della destra. L'unico rammarico sta nella scarsa partecipazione ai dibattiti di Excalibur da parte dei politici della destra sarda, anche se spesso invitati dalla nostra redazione a intervenire: forse Excalibur non è un palcoscenico abbastanza importante per il loro ruolo, forse non è abbastanza acquiescente, ma di ciò ne andiamo fieri.
Un ringraziamento particolare, infine, a coloro che ci hanno sostenuto e ci sostengono da tutte le parti d'Italia col loro incoraggiamento e aiuto finanziario - la campagna abbonamenti è stata un successo insperato! - che ci permette di continuare a essere un mensile indipendente, economicamente e politicamente, e di avere le necessarie motivazioni ideali e morali per continuare questo impegno.

... e chi viene

di Angelo Abis
Caro Roberto,
Ti ringrazio per la stima e l'apprezzamento che dimostri nei miei confronti.
L'annuncio delle Tue "mezze" dimissioni, dal momento che rimani pur sempre fra i collaboratori di Excalibur, costituisce il primo intervento di un dibattito che dobbiamo aprire e che apriamo sul ruolo, la validità, lo "spessore" di questo modesto foglio, di cui, bene o male, siamo innamorati e in cui fermamente crediamo.
La realtà nuda e cruda è che Excalibur è l'unica pubblicazione "di destra" esistente in Sardegna, e non da oggi. Il che non è certo gratificante... al contrario è la spia che la destra nell'isola è asfittica, culturalmente pigra, felicemente paga della propria "rendita di posizione".
In questo contesto, far crescere un giornale non è facile; se a ciò aggiungiamo che lo stesso costa maledettamente e che, come diceva Gramsci, è più facile portare gli Italiani sulle barricate che cavargli venti centesimi dalle tasche, c'è da stupirsi dei traguardi che hai raggiunto in questi quattro anni.
Excalibur piace? Non piace? Gli articoli sono brillanti o fanno schifo? Sono "ortodossi", eretici o folli? Domande inutili: questo passa il convento.
Il giornale è espressione di quel piccolo o grande mondo che vuole una destra viva, fatta di idee, di progetti, di valori, di sentimenti, di speranze e di passioni.
Ma è anche un mondo che è equamente diviso tra nostalgici e antinostalgici, amici o nemici di Berlusconi, del Fini post-Fiuggi o di Bossi, tra filoisraeliani e paladini dell'Islam. Agli antiamericani non piacerà certamente l'articolo del Gen. Manca sui tragici fatti recenti; a chi apprezza Berlusconi non vanno giù gli articoli di Isabella che il Cavaliere proprio non lo digerisce... e così via cantando.
Tutto questo è un bene o un male? Per me, in un giornale aperto a tutti, che non ha funzioni propagandistiche, ma addirittura pretese culturali, è un bene che si manifestino liberamente opinioni e idee difformi purché le stese non si trasformino in esternazioni frutto più di "sensazioni epidermiche" che di logiche e approfondite argomentazioni.
Per concludere, caro Roberto, occorre fare di più e meglio, giorno dopo giorno, a piccoli passi, come hai fatto Tu in questi quattro anni, ampliando ulteriormente la cerchia dei collaboratori, dando un maggior spazio all'attualità, al dibattito e al confronto costruttivo di tutte le idee, facendo crescere il numero degli abbonati, aumentando la tiratura.
E che "Dio ce la mandi buona"...
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VICO SAN LUCIFERO