Lettere e opinioni
Lo spazio dei lettori
della Redazione
In-direttamente.
Cari lettori di Excalibur,
sono fermamente convinto che a ben poco servano le polemiche "interne", tanto più se fondate su malintesi.
L'amico Meloni (Corrado) si chiede sorpreso il perché dell'internamento di "civili" durante i vari conflitti del secolo passato. Mentre dà per scontato il concentramento dei prigionieri militari (con le relative ristrettezze, ecc.), non riesce a comprendere che anche i cittadini di uno stato nemico sono, potenzialmente, degli avversari pericolosi, perché possono muoversi liberamente all'interno del territorio nazionale.
Anche se la cosa certamente riesce odiosa e sgradevole, ricorderò a Meloni che tutti gli stati belligeranti, dal 1939 al 1945, internarono i cittadini degli stati nemici in condizioni più o meno umanitarie.
Non voglio ricordare l'internamento degli Italiani dell'Egitto nei campi del Delta del Nilo, né quello degli Italiani degli U.S.A. che non vollero collaborare col governo di Washington (civili, si badi, residenti negli U.S.A. da decenni!) né voglio ricordare l'internamento delle donne e dei bambini italiani dell'Etiopia in campì di raccolta in Somalia, dove centinaia di bambini morirono in condizioni spaventose di denutrizione. In Canada i cittadini italiani "sospetti" erano costretti a indossare una tuta sulla quale era tracciato una sorta di bersaglio...
Non comprendo, quindi, perché i cittadini di appartenenza alle comunità ebraiche d'Europa, i cui dirigenti si erano dichiarati fin dal 1933 nemici mortali della Germania, non dovessero subire l'internamento. Tuttavia tutto questo non giustifica, è evidente, nessuna politica di annientamento e sterminio: se il Governo tedesco dal 1942 al 1945 pianificò e attuò una simile politica (secondo le accuse) lo si dimostri e sarò ben contento di piegarmi alla verità storica.
Ma, per favore, che si producano prove documentali di validità scientifica e tecnica, non turpi falsificazioni e leggende. Del resto sullo stesso numero di Excalibur possiamo leggere delle notizie che, indirettamente, sostengono quanto da me scritto.
In alcune note di A. Abis sui prigionieri italiani in U.R.S.S. nel '43, apprendiamo che la mortalità tra essi era addirittura dell'85%, mentre, negli stessi anni, nei campi in Germania era dell'8%. Dove avveniva lo "sterminio", chiedo a Meloni?
E infine mi rifaccio all'articolo di Meloni (Fabio) su Haider e Castro: da una parte abbiamo un politico che, eletto liberamente, governa con competenza e consenso ma viene accusato di ogni sorta di infamia da parte di cialtroni e falsari d'ogni risma (ed è emarginato!), e dall'altra abbiamo un sanguinario dittatore che, da quarant'anni, spadroneggia a Cuba con migliaia di vittime, ma viene abbracciato e baciato dal Papa e va a cena con Agnelli. Ecco cosa può la propaganda.
Non vogliatemene per la lunghezza.
Giorgio Usai
Non facciamo gli struzzi... andiamo a votare!
Il 13 maggio forse non sarà una giornata storica (la "resa dei conti", come dice Berlusconi), ma sarà probabilmente la giornata in cui il centrosinistra, con i comunisti occulti e palesi che lo compongono, verrà cacciato dal governo della nostra nazione... speriamo per più di sei mesi!
Ma poiché a molti amici l'attuale destra (Alleanza Nazionale) piace poco e ad alcuni per nulla, è alta la tentazione di non andarla a votare; ma vogliamo scambiarla con ciò che ci attende se rimane il centrosinistra? Vogliamo tornare ai D'Alema, ai Veltroni, ai Cossutta, ai Bertinotti e al codazzo di capitalisti e banchieri che gli girano intorno, da Dini a De Benedetti, anche se molti di loro stanno già cominciando a spiegare le vele dove tira il vento (vista la cortese accoglienza fatta da Agnelli a Berlusconi)? E lasciamo perdere Rutelli: è solo un burattino nelle loro mani.
Inoltre con la Rai la sinistra ci ha ricordato di che pasta è fatta, di cosa ci aspetta se resta al potere. E siamo in attesa delle mosse della magistratura... a orologeria!
D'altra parte non siamo certamente entusiasti della coalizione che dovrebbe andare a governare. Abbiamo già scritto su Excalibur del pericolo della "deriva democristiana" che incombe sul centrodestra, con i suoi ricatti, ma specialmente con il suo modo contagioso (per gli alleati) di intendere la politica solo al servizio dei propri interessi, e non della comunità che devono rappresentare.
E certamente i vari Bossi, Buttiglione, Bobo Craxi, Cossiga, se diventeranno l'ago della bilancia della coalizione della Casa delle Libertà, non daranno alcuna affidabilità di stabilità di governo.
In questo quadro, cari amici di Excalibur, è il caso di dirci chiaramente, senza nascondere la testa sotto la sabbia per non vedere cosa abbiamo intorno, se non sia il caso, almeno per l'appuntamento del 13 maggio, di rafforzare quell'unica forza politica alla quale in qualche modo l'uomo (e la donna) di destra può fare riferimento. Cioè di andare a votare coloro che, anche se spesso tentennando, parlano di identità nazionale, di valori spirituali dell'individuo, di partecipazione agli utili delle imprese, di Patria e persino, di destra sociale.
Non sarà il caso di mettere gli uomini di destra, anche quelli che non ci piacciono, e sono molti, alla prova? Sarà il caso di provare a vedere se, parafrasando la famosa frase di Nanni Moretti, riusciranno a «fare qualcosa di destra» se andranno al governo?
Permettetemi di fare un invito: almeno questa volta, cari amici e camerati, il 13 maggio, andiamo a votare!
Roberto Aledda