EXCALIBUR 26 - aprile 2001
in questo numero

Convegno: "Contro l'egemonia culturale della sinistra"

Notizie dal convegno del 23 marzo sulla controcultura

di Fabio Meloni
Già nel titolo - "L'egemonia culturale della sinistra: 50 anni di faziosità, omissioni e falsificazioni" - del convegno organizzato nel mese scorso dalla nostra Associazione, è ampiamente raccolto il pensiero che ha frequentemente aleggiato nel versante destro della politica italiana. Si era consapevoli che la sinistra aveva abilmente occupato la società civile e all'interno di questa soprattutto la cultura, la scuola, l'informazione, vincendo - senza concedere mai rivincita - anche, tra le altre cose, la cosiddetta "guerra delle parole". Per cui - un esempio su tutti - "fascista" nel linguaggio comune è diventato sinonimo di violento, di prevaricatore.
Ma non solo, con l'occupazione della cultura e della scuola, la sinistra ha avuto la possibilità di imporre le proprie tesi, occultando, falsificando, mistificando per decenni alcune verità storiche incontestabili, arrivando a scrivere per mano di alcuni dei suoi maggiori esponenti culturali, come l'ex ministro Tullio De Mauro, che le foibe sono «una depressione carsica a forma d'imbuto costituita dalla fusione di più doline, al fondo della quale si apre un inghiottitoio, usata anche come fossa comune per occultare cadaveri di vittime di eventi bellici» (quali cadaveri, quali eventi bellici, non è dato sapere!) o come Carlo Salinari che le definisce «dolina con sottosuolo cavernoso, indica particolarmente le fosse del Carso nelle quali, durante la guerra '40-'45, furono gettati i corpi delle vittime della rappresaglia nazista» (mistificazione compiuta!). E si potrebbe continuare a lungo. Arrivando fino a far scomparire alcuni autori scomodi od occultandone la loro appartenenza ideale.
È facilmente comprensibile il recente entusiasmo di tante generazioni che hanno trascorso giorni della loro militanza a gridare, dentro e fuori la scuola, che non avrebbero più voluto studiare la storia sul Villari o la filosofia sul Geymonat, e così via. Che avrebbero voluto una scuola libera da condizionamenti culturali. Che avrebbero voluto abolire il libro di testo obbligatorio. Entusiasmo montato quando la mozione presentata - e approvata - nel Consiglio regionale del Lazio dal consigliere di Alleanza Nazionale Fabio Rampelli (nostro ospite al convegno) ha determinato un ampio dibattito che ha visto anche alcune importanti e autorevoli voci uscire fuori dal coro. Ma soprattutto, con nostra grossa soddisfazione, ha irritato le cattive coscienze dei manipolatori di professione, sollevando un problema che lungi dall'essere risolto con una o più mozioni (peraltro anche a Cagliari, in Consiglio Provinciale, opera meritoria ha svolto il gruppo di A.N. facendo approvare, per la verità in maniera risicata grazie alla diserzione di alcuni coraggiosi centristi, una mozione che ha sollevato il problema), rappresenta l'autentica battaglia culturale da combattere e da vincere senza alibi di sorta.
Negli ultimi tempi è capitato frequentemente di vedere alcune battaglie di sempre della destra andare in porto con altri nocchieri. Basterebbe citare il presidenzialismo (perché dimenticare che in Italia il primo a parlare di elezione diretta del Presidente della Repubblica fu Benito Mussolini nei 18 punti di Verona della Repubblica Sociale Italiana, poi Carlo Costamagna e ancora Giorgio Almirante), l'abolizione della leva obbligatoria e l'istituzione dell'esercito professionista. E perché no anche il dibattito sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle aziende, che nel nostro bagaglio culturale può evocare la familiare e dimenticata parola "socializzazione".
Questa battaglia no! Saremo degli illusi, dei velleitari, se pensassimo che saranno gli altri a ridiscutere la storia, la cultura, la presenza nel mondo dell'informazione, della tv, del cinema, dell'arte. Sono le ultime roccaforti dei potenti di sempre, non sarà facile per gli uomini di destra vestire i panni dei "liberatori del Terzo Millennio". Ma la battaglia va combattuta fino in fondo, senza riserve mentali, senza pudore, senza timori di risultare politicamente scorretti o di essere attaccati e strumentalizzati. Si tratta di una battaglia che dobbiamo alle generazioni future perché possano trovare una cultura libera e soprattutto spurgata dalle menzogne. La destra politica che governa - oggi rappresentata da A.N. - deve anche farsi perdonare la responsabilità di aver troppo trascurato alcuni settori vitali della società civile, addirittura isolando ed emarginando le più belle menti del pensiero nazionale del dopoguerra.
tutti i numeri di EXCALIBUR
VICO SAN LUCIFERO