Cani cenciosi
Provocazioni... la rivoluzione all'interno di noi stessi
di Guido Buzzati
Dove cazzo siete andati? Giovani pazzi rivoluzionari, oratori che infiammavano le folle urlando la morte dei valori, ottusi militanti che avrebbero dato la vita per una parola d'ordine... dove siete finiti? In una di quelle "case-cella-topaia" a scoparvi le vostre donne, o in un cinema d'essai a immaginare avventure che non vivrete mai? State studiando, preparando un futuro che avete già umiliato con le vostre bestemmie di vita? O ripetete i giorni, otto ore di lavoro e via dicendo, per pagarvi la macchina, la luce, il telefono e magari una moderna e d'occasione connessione a internet?
Come? Mi dite che ci siete? Che organizzate convegni, che tenete comizi, che avete pure qualche giornale alternativo?
Provo pena per voi, tanta quanta ne provo per me.
Ma non vi siete accorti che tutto scivola verso la morte silenziosamente? Che la vita non ha più nessun senso, che il profumo dell'indefinibile è scomparso, che il sacro non abita più i nostri luoghi di ritrovo, che quella che chiamiamo felicità è una povera assenza di dolore? Che le illusioni quotidiane percorrono cornicioni pericolanti? Che basta così poco per indurci alla follia, alla disperazione, all'assoluta impotenza e infine all'oblio?
Viviamo per il futuro, dite? Affidiamo ai nostri figli la speranza?
È un'utopia non peggiore né migliore di quelle già passate.
Io vi pongo delle domande retoriche, cui non saprete dare risposta, e vi domando un segno, sebbene sappia quanto sia difficile far resuscitare i morti (che oltretutto non sentono e non parlano).
Trasformeremo mai questa topaia in un paradiso, o soltanto la organizzeremo? Chi ci ridarà il mistero che è scomparso con la monotonia, con i progetti, con la vita pianificata? Dove combatteremo le nostre battaglie? Chi ricucirà il cordone rescisso che ci legava ai nostri Padri? E ancora, chi ci farà vincere il torpore di troppe giornate buttate al vento, chi ci farà vivere attimi indimenticabili, dove potremo trovare passioni durature, gloria, esaltazione e boccate di autenticità?
Datemi retta, seppure io non abbia l'autorevolezza per dirvi niente.
Nessuno ci sveglierà mai dal sonno. Non esistono mondi da cambiare, e qualsiasi rivolta collettiva finirà sempre per essere una pagliacciata. Piuttosto: abbandoniamo i lavori che non ci piacciono; lasciamo gli studi infruttuosi, quelli cioè che danno le patenti; avviciniamoci all'infinito in maniera privata, personale, nascosta, ma pulita e sincera. Dedichiamo i "nostri oggi" a quell'ideale ormai invisibile e irreale. Offriamo la vita a una causa esclusivamente spirituale. Cosa dite?
Chi sarà mai così pazzo da compiere l'unica vera rivoluzione?