Un conflitto insanabile?
Siamo all'ennesima tragedia del conflitto israeliano-palestinese. Quando scoppia un conflitto ognuna delle parti si muove per vincere, costi quel costi, tanto se vinci sai che i massacri, le stragi, le violazioni del diritto internazionale verranno addebitate ai vinti: nella storia non si è mai vista una Norimberga contro i vincitori. Tutti gli altri stati si muovono poi in relazione al proprio interesse nazionale, sorvolando su considerazioni di tipo umanitario, giuridico o ideologico.
Ma al di là di ogni valutazione di ordine storico, geopolitico, cultuale e financo religioso, ciò che rende praticamente irrisolvibile il conflitto è che Israele non può permettersi una sconfitta, per il semplice motivo che ciò significherebbe non solo la cancellazione dello stato, ma darebbe luogo a una seconda diaspora degli Ebrei, di nuovo, dopo duemila anni, senza una patria. D'altro canto i Palestinesi, come del resto tutto il mondo arabo-mussulmano, sanno che è impossibile sconfiggere Israele, ma, per ragioni che molto hanno a che fare con l'Islam, non possono deflettere da questo obbiettivo, dovessero pure lottare per mille anni.
Tutto l'Occidente e gli Usa sono convinti che tra i contendenti sia possibile una pace di compromesso, ignorando che, mentre essi fanno politica avendo presente Machiavelli, per gli Arabi il testo che ispira il loro agire politico è il Corano.
Anche noi, nel nostro piccolo, eravamo illusi che una pace di compromesso fosse possibile. A tal fine il 6 dicembre del lontano 2011, nella sala riunioni dell'ex vetreria di Pirri, organizzammo un dibattito con un qualificato esponente della comunità palestinese di Cagliari, Dott. Rajan Hamenejad, descrittoci tra l'altro come un moderato. Non avendo Ebrei sottomano, delegammo a illustrare le ragioni di Israele Angelo Marongiu, che, per vissuto personale e per studi accademici e non, era più che adatto alla bisogna. Moderava la discussione il sottoscritto.
Il dibattito fu di alto livello e vide l'intervento anche di altri Palestinesi. Ma fu impossibile spostare di un millimetro la loro posizione: «
gli Ebrei si sono impossessati illegalmente della Palestina. L'unica soluzione è che se ne vadano con le buone o con le cattive».
A nostro modesto avviso una soluzione potrebbe trovarla un soggetto terzo tanto forte e autorevole da imporre alle parti un compromesso. Pare che questo soggetto terzo sia stato individuato nell'Arabia Saudita, che con gli accordi di Abramo si stava muovendo in quella direzione. E, non a caso, l'attuale assalto di Hamas a Israele è visto come un tentativo di far fallire i suddetti accordi.
Tutte queste valutazioni ci hanno indotto a pubblicare un numero speciale di Excalibur per mostrare ai lettori il nostro interesse più che ventennale per l'intricata questione arabo-israeliana, ponendo anche in rilievo, cosa di cui si parla molto poco, il ruolo rilevante che ebbero nella fondazione dello stato d'Israele la neonata Repubblica Italiana antifascista, nata dalla resistenza, ecc. in combutta con i gruppi neofascisti.