Sopra: eleganza senza tempo
Sotto: l'ingresso dai portici di Via Roma
Quando, nell'ormai lontano 1931, "La Rinascente"
(1) apriva i battenti nell'edificio appositamente realizzato all'angolo tra la Via Roma e il Largo Carlo Felice, nessuno poteva immaginare il ruolo che avrebbe assunto nella vita dei Cagliaritani: consumi, stili di vita, mentalità e abitudini si affermavano secondo le novità che il grande emporio portava in città.
Dove ora sorge il prestigioso edificio, agli inizi del Novecento era stato realizzato un baraccone di legno adibito a locale cinematografico: era gestito da Albert Nunez, un Francese di origine tunisina, e diede il primo spettacolo nel 1906. Dopo qualche mese l'attività venne rilevata dal napoletano Vincenzo Mazza, che ristrutturò il locale e lo gestì fino al 1924 con i figli Jago, Nino e Osvaldo: era nato il cinema "Iris".
Nel 1920 peraltro l'area era stata ceduta dal Comune di Cagliari
(2) alla società Saces, che, tra il 1925 e il 1930, su progetto dell'Architetto Federico Rampazzini e sotto la direzione lavori dell'Ingegner Riccardo Simonetti, vi costruì il prestigioso palazzo della Rinascente
(3). La tipologia è quella del palazzo a blocco pluripiano col porticato al piano terra e presenta uno sviluppo complessivo di sei piani con una superficie di circa 1.400 metri quadri per piano.
Da un punto di vista stilistico, l'edificio costituisce un'equilibrata sintesi di classicismo e art-decò, fiorita a Cagliari fra il 1920 e il 1935, e anticipa il "monumentalismo" dello stile Novecento. Il palazzo risulta caratterizzato da grandi finestre di gusto manieristico (con timpani interi e spezzati, cornici e larghe fasce), specchiature con funzione decorativa e ornati classicheggianti (ghirlande con cornucopie, teste bovine, scudi, ecc.)
(4).
Nel fronte sulla Via Roma (che corrisponde ai civici 141-133), il porticato, rivestito di lastre di pietra e bugnato, funge da basamento ed evidenzia nove arcate a tutto sesto rette da pilastri e colonne in granito rosa di Baveno. «
Al di sopra di una cornice marcapiano, il primo piano è contrassegnato da un'alternanza di vuoti e pieni: finestre e specchiature rettangolari a intonaco bicromatico con inserimenti decorativi di rosette al centro. L'articolazione dei piani successivi è segnata orizzontalmente dalle balaustre dei balconi aggettanti mentre la scansione verticale è affidata a paraste "giganti" che individuano cinque porzioni e la successione ritmica degli assi delle aperture»
(5).
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La composizione equilibrata e simmetrica, di impostazione "classica", accoglie spunti decorativi di gusto "manierista" negli inserti scultorei (tondi, festoni e bucrani) che caratterizzano il quarto piano come una sorta di "fregio". Superiormente corre un cornicione aggettante (retto da mensole a dentelli) su cui si eleva il piano attico che, con la successione delle ampie finestre ad arco, riprende il ritmo delle arcate del piano terra. Il coronamento dell'edificio sottolinea le porzioni d'angolo e le campate centrali su cui svettano fastigi rettilinei e a timpano spezzato, punteggiati da sfere e cuspidi in pietra»
(6), e su cui si aprono tre balconi a balaustrini.
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Il prospetto sul Largo Carlo Felice presenta anch'esso una scansione verticale con nove assi di aperture e una sorta di lesene che segnano la lieve sporgenza delle porzioni d'angolo. L'articolazione dei piani e il trattamento architettonico-decorativo rispecchiano, in maniera semplificata, il fronte sulla Via Roma, ad accezione del piano terra dove si susseguono gli sporti di sette vetrine racchiuse tra l'arcata del portico e quella dell'ingresso laterale verso Via Sardegna. Quest'ultimo fronte è compositivamente scisso in due porzioni, risalenti a epoche diverse: sulla destra, la soluzione d'angolo è in continuità con l'insieme; sulla sinistra, il corpo trapezoidale con gli ingressi di servizio e i collegamenti verticali è nettamente differenziato dal resto, nella struttura intelaiata con tamponamenti pieni e il vetro fumé»
(7).
Nel porticato si trovano due ingressi e sei ampie vetrine (la settima è stata sacrificata per realizzare l'uscita di sicurezza) mentre nel lato che si affaccia sul Largo Carlo Felice - come detto - si aprono sette vetrine, protette da una pensilina aggettante, e il secondo ingresso (all'angolo con la Via Sardegna).
Va detto che, quando i magazzini "La Rinascente" vennero inaugurati - come detto era il 1931 - non occupavano l'attuale estensione. In particolare alcuni piani dell'edificio erano stati ceduti in locazione all'albergo "Excelsior Miramare", che disponeva di sessanta camere. Solo intorno al 1965, scaduto il contratto, "La Rinascente" riprese il possesso dell'intero stabile.
L'edificio, nel 1943, venne sventrato dalle bombe e quindi, nel 1944-48, ricostruito su progetto dell'Ufficio del Genio Civile di Cagliari. Fra il 1985 e il 1987 è stato oggetto di un radicale intervento di ristrutturazione attuato dall'Impresa Visconti - sulla base del progetto predisposto dall'Ingegner Luciano Deplano e dall'Architetto Cristina Nicoleta Popisteanu - che ha consentito, tra l'altro, una più adeguata funzionalizzazione degli spazi espositivi.
I magazzini "La Rinascente", soprattutto in passato hanno costituito per i Cagliaritani un sicuro punto di riferimento per orientare le mode e il gusto: le sue "novità" rappresentavano spesso un'anticipazione dell'affermarsi di uno stile di vestire, in particolare per donne e giovani
(8). Qui, ad esempio, fecero la comparsa i primi bikini, le minigonne e tante altre innovazioni.
(1) Il nome della catena di grandi magazzini, presente in diverse città, venne coniato da Gabriele D'Annunzio su richiesta del proprietario, il senatore Emanuele Borletti. A Cagliari l'emporio venne inaugurato il 23 marzo 1931 con la benedizione dell'arcivescovo monsignor Ernesto Maria Piovella.
(2) L'area in questione era di proprietà dell'industriale Francesco Zedda Piras e, alla sua morte (1904), gli eredi la cedettero al Comune di Cagliari.
(3) Il palazzo della Rinascente, oltre i grandi magazzini, ospitò l'Albergo Miramare e un vasto ambiente per spettacoli. L'edificio è stato sottoposto a vincolo con decreto del Direttore Regionale dei Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna n. 66 del 17 giugno 2010.
(4) Pintus Michele, "Architetture", in AA.VV., "Cagliari. Quartieri storici - Marina", Cinisello Balsamo, 1989, p. 140; Loddo Gianni, "Guida alla architettura contemporanea di Cagliari. 1945-1995", Cagliari, 1996, p. 92.
(5) Sovrintendenza B.A.A.A.S. di Cagliari e Oristano, Catalogo generale, scheda n. 20/00074338, compilata dall'architetto Cristina Muscas nel novembre 1997.
(6) Sovrintendenza B.A.A.A.S. di Cagliari e Oristano, Catalogo generale, scheda n. 20/00074338, cit..
(7) Sovrintendenza B.A.A.A.S. di Cagliari e Oristano, Catalogo generale, scheda n. 20/00074338, cit..
(8) Cfr. Murtas Paolo, "La filiale della Rinascente: milanese con anima cagliaritana", in Almanacco di Cagliari, 1989.