EXCALIBUR 122 - dicembre 2020
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Le progettazioni in stile barocco

Cagliari, Palazzo Tirso, 1924-27
Cagliari, Palazzo Tirso, 1924-27
Nel 1922 Scano si laurea in Ingegneria Civile all'Università di Roma con una tesi su progetti di villini. L'anno seguente rientra a Cagliari e, sulla base di un progetto tratto dalla propria tesi di laurea, realizza in Viale Trento l'elegante villino Rossi-Chiappe a fianco della villa di famiglia, in quegli anni in corso di costruzione, per la quale progettò la recinzione esterna, ancora oggi esistente. Il villino Rossi-Chiappe presenta un linguaggio che si rifà al barocchetto romano, come è reso evidente dalle metope con fiori stilizzati (disegnate da Filippo Figari) e dalle volute che incorniciano le finestre. La costruzione, circondata dal verde, si eleva su un livello più alto rispetto al piano stradale e rivela interessanti soluzioni anche nella recinzione con piccoli "balconi" sporgenti destinati ad accogliere vasi(4).
Flavio Scano entra quindi a far parte del prestigioso studio cagliaritano degli Ingegneri Angelo Binaghi, Valerio Tonini, Luigi Fadda e Aldo Pacca, all'epoca protagonista di un'intensa attività di progettazione.
Successivamente, per la società "Imprese Idrauliche ed Elettriche del Tirso" (in seguito Società Elettrica Sarda) progetta il palazzo Tirso, realizzato dalla Società Sarda Costruzioni dell'Ing. Tullio Mulas tra il 1924 e il 1927. L'edificio, che presenta un basamento in calcare e granito sul quale poggiano i primi due piani in finto bugnato a corsi alternati(5), rivela l'interesse di Scano per il ricco repertorio barocco e tardo manierista presente a Roma.
La facciata del bel palazzo prospicente la darsena, che segue il linguaggio inaugurato col villino Rossi-Chiappe, esprime in pieno quel gusto. In particolare sopra l'ingresso principale, contraddistinto da due coppie di colonne che inquadrano l'elegante portone, è presente una finestra contornata da un mascherone con la bocca spalancata.
Suo anche il progetto del Palazzo delle Scienze, redatto insieme ad Angelo Binaghi nel 1926. L'opera, di notevoli dimensioni, si inserisce tra gli interventi realizzati negli anni Trenta del Novecento (venne ultimato nel 1938) al fine di dotare la città di nuove strutture per la didattica e la ricerca(6). Scano ha sicuramente disegnato le grandi serliane neo-manieriste dell'esterno che ci riportano ad analoghi edifici realizzati in molte città italiane tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento(7).
Nel 1927 collabora col padre Dionigi e con Carlo Avanzini alla progettazione del Padiglione Sardo per la Fiera di Milano.
(4) Cfr. F. Masala, "Architettura dall'Unità d'Italia alla fine del '900", Nuoro 2001, p. 83; A. Angioni, Cagliari, "Stampace: la storia e le storie", Cagliari 2019, p. 259.
(5) Cfr. A. Angioni, "Guida alla città di Cagliari", Cagliari 2002, p. 220; G. Loddo, Cagliari, "Architetture dal 1900 al 1945", Cagliari 1996, scheda 14, pag. 33.
(6) Cfr. A. Angioni, "Cagliari, Stampace: la storia e le storie", cit., p. 78; G. Loddo, Cagliari. "Architetture dal 1900 al 1945", cit., scheda 37, p. 57; F. Masala, "Architettura dall'Unità d'Italia alla fine del '900", cit., scheda 53, pag. 28; M. Pintus, "Architetture", in AA.VV., "Cagliari, Quartieri Storici. Stampace", Cinisello Balsamo 1995, p. 120.
(7) Al riguardo l'impostazione dell'edificio è stata paragonata al palazzo Ronzani (1913), realizzato a Bologna su progetto di Gualtiero Pontoni, e alla casa Pirovano (1893), opera milanese dell'omonimo architetto.
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