EXCALIBUR 85 - febbraio 2015
in questo numero

L'elemento essenziale per la comunità sarda: il metano

Non sembra aver fine l'eterno percorso della parità energetica

di Paolo Truzzu
L'assenza di metano è il principale gap infrastrutturale dell'Isola
Il metano ti dà una mano, recitava una pubblicità degli anni '90. E la Sardegna di mani ne ha dato due: al resto d'Italia ma non a sé stessa.
Insieme alla Corsica l'Isola è l'unica regione europea a non avere il metano, benché anche le tasse dei Sardi abbiano contribuito alla costruzione della rete metanifera italiana.
La mancanza del metano costa alle imprese e alle famiglie sarde cinquecento milioni l'anno, determinando una bolletta energetica superiore del 30% rispetto alla media nazionale e del 50% a quella europea.
L'assenza di metano è dunque il principale gap infrastrutturale dell'Isola e senza questa preziosa risorsa energetica a basso costo sarà difficile, se non impossibile, ipotizzare una ripresa del settore manifatturiero e di conseguenza dell'occupazione.
Non c'è tempo da perdere per dare il via finalmente alla metanizzazione dell'Isola. L'amministrazione regionale deve fare scelte immediate, pena il fallimento di tutta la Sardegna, individuando una strategia di breve periodo e una di lungo periodo.
Dopo la condivisibile rinuncia al Galsi (un progetto fermo al palo da oltre 10 anni e fortemente a rischio a causa dell'instabilità geopolitica dell'Africa sahariana) decretata dalla Giunta Pigliaru nella primavera scorsa, la Regione deve accelerare le interlocuzioni con il Governo per la realizzazione del metanodotto Piombino-Gallura o, in alternativa, l'iter per la realizzazione di uno o due rigassificatori a nord e sud dell'Isola. Quest'ultima soluzione, viste le tante vertenze aperte e allo stesso tempo arenate con il Governo, è decisamente più credibile, anche perché capace di attrarre investitori privati. Ma non è in ogni caso sufficiente. La costruzione di un metanodotto tirrenico, o di un rigassificatore, richiederà infatti non meno di 5/7 anni. Il rischio pertanto è la totale desertificazione industriale.
Contestualmente pertanto è necessario intervenire con Roma per ottenere subito quei provvedimenti amministrativi e fiscali diretti alla copertura della differenza di costo subìta dalle famiglie e dalle imprese nell'Isola (il costo medio del metano è circa la metà dell'aria propanata che tanti di noi hanno in casa). Che poi sostanzialmente significa metterci nelle stesse condizioni degli altri ed evitare ad esempio che il Presidente di una delle più importanti cooperative di produzione di pomodori del sud dell'Isola debba ricorrere, come i nostri avi, al fato. E augurarsi in piena modernità un inverno mite, così da non dover riscaldare le serre e poter garantire la produzione a prezzi competitivi.
Riuscirà il centrosinistra al governo in quest'impresa? A oggi, nonostante la mozione sulla metanizzazione da me presentata e approvata a giugno 2014, è stato perso un anno; il piano energetico non esiste e le strategie non sono note. Insomma come sempre si preferisce rimandare le scelte e il rischio è fare la fine dell'asino di Buridano. L'animale affamato e assetato si trovava esattamente alla stessa distanza tra due balle di fieno con accanto un secchio d'acqua. Non essendo preferibile una scelta invece che l'altra, l'asino resta in mezzo, fermo, sino a che non muore di fame.
Professori sì, ma pure burriccusu, direbbero a Cagliari.
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