Il dopoguerra di Porrino
Porrino paga con l'epurazione la sua militanza a Salò: perde il posto al conservatorio di "Santa Cecilia" a Roma. Lo epura il maestro Renato Fasano, che dopo il 25 luglio del 1943 diventa commissario del conservatorio romano. Quel Fasano che, direttore del conservatorio di Cagliari, fascistissimo, amava dirigere i concerti in divisa.
Porrino si trova, per un lungo periodo, a vivere in condizioni disagiatissime; malgrado ciò, rifiuta ogni compromesso con chi, in cambio della rinuncia alla sua fede politica, gli offre agiata sistemazione. Vive questa situazione con grande amarezza e, per l'ostilità che lo circonda, sentendosi esule in patria. Di questo suo stato d'animo sono una testimonianza le liriche "I canti dall'esilio", da lui scritte e musicate nel corso del 1945.
Nell'agosto del 1946 viene chiamato dall'ex regista della R.S.I. Giorgio Ferrani, a comporre la colonna sonora del film "Pian delle stelle", prodotto come risposta delle formazioni partigiane cattoliche al film "Il sole sorge ancora", edito dall'A.N.P.I., cioè dall'Associazione dei partigiani comunisti. Ciò, inutilmente, suscitò veementi proteste di tutti gli ambienti resistenziali.
Giuseppe Podda, buon critico cinematografico comunista, in un articolo su Porrino in "Sardegna Fieristica" del 1992, così si esprime: «Nel commento musicale, Porrino puntò su effetti meno plateali possibili, significando con la sua misura che la guerra è sempre sacrificio e sofferenza. Non concesse nulla, insomma, agli inni e alle marce. Durante le scene di battaglia, intervenne con intelligenza per trasporre in chiave ossessiva il sibilo delle pallottole e il ticchettio crudele della mitraglia».
Alla fine del 1946, Porrino assunse precise responsabilità civili e politiche partecipando alla costituzione del M.S.I., ove militò sino a quando la morte non lo colse prematuramente il 23 settembre del 1959.