EXCALIBUR 44 - settembre/ottobre 2003
in questo numero

Le nostre letture

Consigli per una cultura controcorrente

della Redazione
La copertina della rivista
La rivista "Imperi".
È uscita "Imperi" (Nuove Idee Roma), nuova rivista di geopolitica. Con cadenza quadrimestrale intende offrire punti di riferimento politico-culturali a una opinione pubblica disorientata dalla globalizzazione e angosciata dalla guerra infinita in corso dall'11 settembre 2001. L'accelerazione storica di questi anni sta travolgendo i vecchi modelli politici e le nozioni di destra e sinistra. "Imperi" vuol essere una rivista all'avanguardia per un pubblico che guarda al futuro. La testata indica in modo eloquente lo spirito della pubblicazione: contrastare l'idea del governo unico mondiale in nome della varietà delle culture storiche della Terra.
"Imperi" perché la crisi dello Stato nazionale ripropone questa forma politica, appunto quella imperiale, nel governo dei grandi spazi della Terra. "Imperi" intende confutare l'idea che l'unico impero possibile sia quello americano e punta a riportare in Europa l'idea del potere sovranazionale. Vuole offrire una via alternativa sia al filoamericanismo sia al terzomondismo e al pacifismo.
È diretta da Aldo Di Lello, giornalista e saggista, autore di libri sulla globalizzazione e sulla guerra globale, recente ospite del nostro Convegno sulla globalizzazione.

A sinistra: il libro di Marco Pirina
A destra: i cadaveri di Benito Mussolini e Claretta Petacci resi irriconoscibili dalle violenze subite a Piazzale Loreto
"1945-1947 Guerra civile - La 'rivoluzione rossa'".
«L'orrore che precede l'inizio del testo - quella foto scattata dai servizi alleati al termine del ludibrio subito dai corpi di Benito Mussolini, di Claretta Petacci e dei gerarchi più noti della Repubblica Sociale Italiana, a cui si era unito il gerarca dell'epoca del consenso, Storace - era più o meno uguale alle immagini che, stampate in cartolina con la scritta "giustizia è fatta" e distribuite in migliaio di copie, divennero il santino di quella religione del sangue e dell'odio che scatenò, proprio partendo dallo scempio di quei corpi, la seconda spallata verso la rivoluzione proletaria».
Con questo ricordo, Marco Pirina - direttore del Centro studi e ricerche storiche "Silentes loquimur" di Pordenone - introduce la sua ultima pubblicazione "1945-1947 Guerra civile - La rivoluzione rossa" (Edizioni "Silentes loquimur"), che documenta, provincia per provincia, gli eccidi perpetrati dopo il 25 aprile nel Nord Italia (in Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia) a opera delle bande partigiane. Il volume, a pochi mesi dalla sua uscita, ha già venduto decine di migliaia di copie, segno concreto del forte e sentito interesse per le vicende di quel tragico periodo, per decenni trascurate e occultate dalla storia dei vincitori. La "storia scomparsa" come la chiama l'autore della ricerca: «Ci scusiamo per i pezzi di pagine non ricostruiti, perché non abbiamo trovato i testimoni o le fonti ufficiali o i documenti dell'epoca, distrutti per incuria o volontà».
Ci sono ancora centinaia di casi insoluti e di storie sconosciute. La strada per far luce su queste vicende è ancora lunga: «Vorremmo, ricomponendo il diario storico della nostra Patria - conclude Pirina nell'introduzione - non aprire ferite né suscitare odi, ma restituire dignità, verità e libertà agli eventi, agli uomini e donne "scomparsi dalla Storia", chiudendo una volta per tutte o cominciando a chiudere, quel solco dell'odio, che "i messaggeri di Satana" hanno scavato con il sangue tra di noi».
Il libro è in vendita presso il nostro Centro Librario.
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