EXCALIBUR 28 - luglio/agosto 2001
in questo numero

Lettere e opinioni

Lo spazio dei lettori

della Redazione
Disagio!
Pubblichiamo la sintesi di due lettere inviate alla redazione da ex militanti della destra degli anni settanta, diverse nei toni ma simili nella sostanza, per evidenziare il disagio che monta nei confronti di questa nuova classe politica di destra.
Nonostante tutto... boia chi molla!
Carissimi amici,
avendo ricevuto Excalibur, ho deciso di far sapere la mia grande delusione anche a voi, amici di sempre, che sicuramente capirete.
Cara Isabella, ti ricordi con quanto amore e dedizione cercavamo di affermare i nostri ideali (in particolare proprio tu), quante volte abbiamo dovuto subire aggressioni anche non solo verbali, agguati, malversazioni e altro? E ora che finalmente potevi sperare che fosse finalmente arrivato il tuo momento di gioia, che finalmente le cose forse sarebbero cambiate, che la destra finalmente avrebbe avuto l'opportunità che sperava da anni, cosa vediamo? Gli stessi giochi di sempre, l'eletto che deve il favore all'amico che gli ha procurato voti, ideali sotto i tacchi, ecc..
Cosa è cambiato? Ma è proprio vero che al potere oggi si è cambiato qualcosa? La realtà di Quartu Sant'Elena (ed è quella che io conosco perché ci vivo) farebbe supporre di no!!! Solo il vedere quante persone fanno parte del nuovo "direttivo comunale" è da scandalo. Quante persone si sono "riciclate": da esponenti di sinistra (addirittura di estrema sinistra) sono diventati magicamente e con il beneplacito dei nostri alleati, uomini di spicco della nuova destra. Che ne pensi Isabella? Non ti sentiresti, come me, delusa e amareggiata? Dopo tanti anni di attesa, di speranza, vedere che quando finalmente potrebbe cambiare qualcosa...
Per che cosa abbiamo tanto lottato? Anche se non mi sono più interessata attivamente di politica, non significa che non soffra e non viva per i miei ideali che sono sempre gli stessi da quando ci ritrovavamo in Vico San Lucifero.
All'amico Efisio Agus vorrei far presente che, forse, molti di destra hanno votato per il Polo delle Libertà perché tanto erano i nostri maggiori alleati, nessuno ha mai dubitato, nessuno ha mai detto loro che non si sa mai e quindi sarebbe stato meglio votare il proprio partito.
Nella prossima campagna elettorale (se ce ne sarà bisogno), bisognerebbe ricordare agli elettori un famoso detto: «fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio».
Un caro saluto a tutti e forza! Almeno voi con Excalibur non fateci sentire degli orfani.

Patrizia Mancusi

Nuovo corso o vecchie logiche?
Cari lettori,
nei giorni del "dopo", nelle settimane successive al 13 maggio, assisto (sconcertato, divertito, incredulo, vedete Voi...) al torbido lavorio nelle file del Polo per l'assegnazione delle cariche istituzionali della Repubblica.
Vari personaggi si agitano, si "espongono", si propongono, si fanno proporre, si mettono in vetrina per diventare Presidente del Senato (Vicepresidente della Repubblica), Presidente della Camera, Ministro, Sottosegretario e così via.
Come nel 1994 sembra di sognare: uomini "della destra", fino a ieri messi da parte, criminalizzati, derisi, isolati, accedono alle stanze del potere: ma è così, veramente?
La memoria, di colpo, mi riporta indietro negli anni... in quei - purtroppo - lontani anni settanta, quando appartenere al Sindacato C.I.S.N.A.L., al F.U.A.N., al M.S.I. significava isolamento e persecuzione (morale e materiale). Oggi l'Università pullula di gente "di destra"; anzi, a ben considerare, questa roba è quasi quanto quella "di sinistra"... ma Fisichella, allora, dove era?
Ma allora eravamo veramente soli nell'Università (ti ricordi G. B. Carta?)... in quegli anni un tale Mikis Mantakas veniva assassinato per strada perché militante del F.U.A.N., e gli studenti del F.U.A.N. di Urbino, assediati nell'interno dell'Università, rischiavano di morire arsi vivi nell'incendio della biblioteca appiccato dai comunisti, che impedivano ai Vigili del Fuoco di intervenire... Formidabili quegli anni! E Fisichella cosa era, cosa è?
E dove erano tutti quei "figuri" che oggi sono "di destra" e te li trovi davanti, arroganti, spocchiosi, avidi di potere?
È il nuovo corso di Fini. Oggi mi sembra di precipitare in una crisi di identità culturale: se questi sono "di destra", noi cosa siamo? Ecco, questa è la nostra crisi di identità: è la nostra crisi finale.

Giorgio Usai

Polemica sull'Olocausto.
Caro Roberto,
sul n. 27 di Excalibur compare un lunghissimo articolo di Abis in replica a un mio precedente scritto. Poiché Abis (con un'acredine del tutto fuori luogo in un dibattito che si vorrebbe "storico") si dilunga, io cercherò di essere sintetico al massimo [...].


E l'amico Giorgio Usai confuta, documentato, le tesi di Angelo Abis sull'esistenza dell'Olocausto.
Poiché, come responsabile della redazione di Excalibur, credo che non possiamo continuare con questa querelle, che con le altrettanto ovvie e documentate controdeduzioni di Abis durerebbe all'infinito, e poiché tanti amici di Excalibur lamentano l'inutilità dell'insistere su questo dibattito (e sono d'accordo), propongo a Usai e Abis di utilizzare la sede della nostra Associazione, insieme a coloro che sono interessati, per un franco e approfondito dibattito sull'argomento. Ecco infine l'ultimo stralcio della lettera:

Concludo, caro Roberto, con qualche amarezza...
Se la nostra
("nostra?", n.d.r.) battaglia per la revisione storica si pone su queste basi e sul modus operandi di Abis, essa è già perduta.
Dibattere argomenti "politicamente corretti", come si usa dire oggi, è comodo e redditizio perché ci fa restare all'interno del "nuovo corso" di Fiuggi. Uscire dal gregge per assumere posizioni nettamente anticonformiste, non di comodo, è invece difficile, non pagante e suscita l'animosità (per non dire altro) degli "amici". Francamente preferisco stare da questa parte.
Un abbraccio,

Giorgio Usai


La risposta del direttore.
Caro Giorgio,
in quattro anni di Excalibur è la prima volta che ti "censuro", e me ne assumo la responsabilità.
Ti riconosco, sia nella tua lunghissima militanza politica che nella tua professione, di essere sempre stato coerente con i tuoi ideali e di esserti sempre esposto personalmente, anche nei momenti più drammatici, senza avere mai avuto alcun incarico e alcun beneficio dalla tua militanza politica e sindacale (anzi!).
Devi però dare atto, spero, a Excalibur, di non essere mai stato dentro il "gregge", e credo che il contenuto di questo numero ne sia la dimostrazione.
Con stima,

Roberto Aledda
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