Si costituisce il Battaglione "Volontari di Sardegna"
Sopra: il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio M.O. Francesco Maria Barracu in divisa da ufficiale del Btg. "G. M. Angioy"
Sotto: una posa originale dei giovani volontari, che col loro canto accompagnano un ballo tipico dell'Isola lontana occupata dal nemico. A sinistra si vede il comandante del battaglione, Col. Bartolomeo Fronteddu, che partecipa alla rappresentazione (foto tratta dalla rivista tedesca "Signal" del 1944)
Intanto, dopo la liberazione di Mussolini, si installano a Roma le nuove autorità della R.S.I.. Fra queste c'è Francesco Maria Barracu di Santulussurgiu, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri.
Padre Usai lo conosce bene, tra l'altro gli stette vicino quando Barracu, già federale di Bengasi, perse la moglie sotto un bombardamento a Tripoli. I due si incontrano, Barracu decide di formare un'unità organica composta interamente da Sardi volontari. Invia a Capranica il Colonello Fronteddu con altri ufficiali per organizzare e addestrare il reparto.
Fronteddu è un anziano militare che non aveva fatto carriera, perché (si dice) non si era mai voluto iscrivere al partito fascista. Il giornalista della rivista "Signal" ci dà un quadro singolare del comandante sardo di Dorgali: «
Il mio ospite aveva un solo braccio; l'altro, il destro, lo aveva perduto da giovane tenente nel 1915 in una battaglia dell'Isonzo. Appena guarito da questa ferita, raggiunse nuovamente il fronte quale comandante di una compagnia e combatté in prima linea, ove nel 1916 venne fatto prigioniero degli Austriaci della "K.K. Edelweis-division". I nemici gli lasciarono la pistola e dopo alcuni mesi lo scambiarono». Fronteddu dice al giornalista tedesco: «
Nel mio battaglione trovano accesso soltanto i Sardi perché io so che i miei conterranei sono combattenti nati [...]. I miei uomini dovranno combattere esclusivamente in montagna [...]. Noi vogliamo combattere, combattere al più presto possibile».
A Capranica, ai Sardi vengono proposte alcune soluzioni al loro status di sbandati: andare a lavorare in Germania o nelle fabbriche del nord oppure sistemarsi da qualche altra parte; a Capranica rimarranno solo quelli che decideranno di arruolarsi nelle costituende forze armate della R.S.I.. In circa un migliaio fanno quest'ultima scelta e costituiscono l'organico del Battaglione "Volontari di Sardegna - Giovanni Maria Angioy". Vengono vestiti, addestrati e armati con fucili "91", mitra "Beretta" e mitragliatrici "Breda".
Il reparto, a novembre del 1943, si trasferisce nella caserma "Lungara" di Roma. dove rimarrà sino al 12 dicembre. In questo arco di tempo avvengono anche alcuni fatti incresciosi: un gruppo di diciotto soldati diserta con tutto l'armamento e si dà alla macchia nelle campagne di Sutri. In seguito ad alcuni atti di sabotaggio, vengono catturati dai Tedeschi. Mentre venivano trasportati su un automezzo, uccidono il militare tedesco che li sorvegliava: furono immediatamente passati per le armi. Solo uno, Francesco Zuddas, scamperà fortunosamente alla morte e sarà implacabile accusatore di Padre Usai quando costui verrà arrestato e processato in Sardegna. Due altri militari del battaglione, l'ufficiale Gavino Luna, che era un cantante tenore, e il Sergente Pasquale Cocco, furono arrestati dai Tedeschi. Il primo per aver compiuto atti di sabotaggio nei confronti dei loro automezzi, l'altro non si sa bene perché. Finirono entrambi fucilati nelle Fosse Ardeatine.