EXCALIBUR 137 - febbraio 2022
nello Speciale...

Un fermento di idee non censurate dal regime

Solo uno studio corretto dei rapporti tra combattentismo, sardismo e fascismo è quindi in grado di fornire una diversa lettura di tale stagione e della "fusione" tra i movimenti. Diversa lettura che fa capo anche a studiosi di formazione marxista tra cui Girolamo Sotgiu, autore di un ampio saggio pubblicato nel 1973 che analizza la cultura e l'ideologia del primo sardismo, anche alla luce del libro-documento (mi riferisco a "Grande cronaca, minima storia") pubblicato nel 1946 da Paolo Pili, che del "sardo-fascismo" fu il maggiore artefice e che, paradossalmente, non poté attuare i suoi progetti di profonda riforma proprio per l'insanabile contrasto col partito fascista, come sottolineano gli autori.
Le idee, chiare e di estrema suggestione, che nel primo dopoguerra accomunano questi movimenti tendono al rapido superamento dell'organizzazione politica, frutto delle consorterie che hanno condannato la nazione all'immobilismo, di quel "vecchiume" che non consentiva alla società italiana di compiere uno scatto deciso verso la modernità. La rivoluzione che si auspica non è solo politica ma anche morale. In tale contesto si inserì anche il programma dei "Fasci di Combattimento", che troverà terreno fertile proprio nel mondo studentesco.
Va evidenziato che la rivista "Sud Est" non vede la luce durante il primo fascismo ma solo nel 1934, vale a dire in un momento in cui il Regime è stabilizzato. Ciò consente anche una riflessione più matura e più consapevole, considerando che il Regime fascista riservò ai giovani universitari un'ampia sfera di libertà di azione, di discussione e di critica. Una libertà peraltro negata «alle altre componenti della società italiana», come, con condivisibile giudizio, affermano gli autori del libro che oggi presentiamo.
Questa libertà di discussione e di critica trova espressione nei "Littoriali della Cultura e dell'Arte", organizzati per la prima volta a Firenze nel 1934, ai quali partecipano gli adolescenti più intelligenti, più critici e più ambiziosi. Marina Addis Saba, allieva di Pigliaru, ha avuto modo di evidenziare come l'obiettivo dei Littoriali fosse quello di mettere in contatto giovani di regioni diverse per dar loro la possibilità «d'incontrarsi, di conoscersi, di discutere spregiudicatamente [...] non solo di letteratura e arte, ma anche di dottrina fascista, economia politica, corporativismo e politica estera».
I Littoriali diventano occasione di confronto, di accesi dibattiti e di aspre discussioni se si considera che, in quegli anni, campeggiava dappertutto il motto «Credere, Obbedire, Combattere».
Il fatto che agli artisti fosse lasciata ampia libertà di movimento trova conferma anche in un libro pubblicato di recente dalla musicologa Myriam Quaquero, persona non certo vicina alle idee della destra, la quale afferma che, con l'avvento del fascismo, Mussolini favorì l'attività artistica senza imporre una vera e propria "arte di Stato". L'autrice evidenzia anche l'effettiva diversità tra il modello totalitario della Germania nazionalsocialista e quello più indipendente dell'Italia del Ventennio.
Il clima di libertà, per tornare alla rivista "Sud Est", non sfugge a Luigi Pirastu, che, ad esempio, in un articolo pubblicato nel 1935, stigmatizza la politica estera di Hitler mettendo in luce il potenziale pericolo che il dittatore tedesco rappresenta per la pace europea. Una posizione sicuramente non isolata tra i giovani universitari, anzi. Infatti coloro che partecipano ai Littoriali sono, in prevalenza, fascisti critici, che aspirano a modificare la realtà dall'interno. Sono spiriti anticonformisti, talvolta in dissenso.
Questo atteggiamento, a un certo punto, porterà molti di loro «a schierarsi contro la dittatura nella resistenza o, paradossalmente, a seguire l'ultimo Mussolini "rivoluzionario" nella Repubblica di Salò», come evidenziato dagli autori, che riprendono, in parte, le riflessioni di Marina Addis Saba. Ed è proprio questo l'humus da cui traeva linfa vitale "Sud Est", che iniziò le pubblicazioni proprio in occasione dei Littoriali di Firenze.
Ai Littoriali, tra l'altro, si aggiungono molte altre iniziative nel campo della cultura. Tra le più significative: l'"Istituto Luce", l'Eiar (Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche), l'Opera Nazionale Dopolavoro, la Biennale di Venezia, la Triennale di Milano, la Quadriennale di Roma, Cinecittà, il Carro di Tespi, la Discoteca di Stato, l'Enciclopedia Treccani, le diverse fiere del libro, i festival, i concorsi e i numerosi premi artistici e letterari. Insomma, un periodo storico denso di fermenti, nel cui ambito la rivista "Sud Est" occupa uno spazio non secondario ben riportato alla luce dell'interessante libro di Abis e Serra.
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