Il nostro caro amico Emilio
Emilio Belli ci ha lasciati. La nostra comunità è abbastanza matura e temprata da accettare la morte non solo come un fatto ineluttabile, ma anche con leggerezza.
Una nostra vecchia canzone che anche Emilio chissà quante volte avrà cantato dice: «
A noi la morte non ci fa paura / Ci si fidanza e ci si fa l'amore / Se poi ci prende e ci porta al cimitero / Si accende un cero / E non ci si pensa più».
È per questo motivo che abbiamo scelto come omaggio a Emilio il titolo "Forte come la morte", che era il motto del 60º reggimento fanteria "Calabria" di stanza in Sardegna durante la seconda guerra mondiale. Il motto piaceva a Emilio, tanto da riportarlo nel suo volume "Insediamento e difesa del territorio nella Sardegna meridionale" del 2001.
In possesso di una cultura enciclopedica che faceva da contrappeso alla povertà dei suoi studi, che aveva dovuto interrompere precocemente, dotato di una parlantina affascinante ma torrenziale che non teneva conto della resistenza del suo interlocutore, pur tuttavia era riservatissimo sul suo vissuto personale, schivo, modesto, affabile.
Privo di titoli accademici (ma avrebbe potuto conseguire una mezza dozzina di lauree senza alcuna difficoltà), ne aveva conquistato alcuni prestigiosi sul campo: presidente dell'Istituto di Studi Storici della Sardegna, ispettore onorario per i beni archeologici, socio delle più valide associazioni culturali.
Tutto quello che lui ha fatto, scritto e pensato lo ha fatto con amore e con passione ed è questa la più bella eredità che lascia a tutti noi. Per dirla con Ezra Pound: «
Quello che veramente ami rimane / Il resto è scoria / Quello che veramente ami / è la tua vera eredità».