Excalibur verde
SPECIALE
Il fascismo clandestino in Sardegna

Allarmi siam fascisti: gerarchi e carabinieri uniti nella lotta

5 Novembre 1943: da oltre un mese e mezzo la Sardegna è saldamente in mano degli alleati, che, a dir la verità, non sono arrivati come "liberatori", ma sono stati accolti da tutto quello che è rimasto in piedi del Regio Esercito Italiano dopo l'8 settembre: 160.000 soldati più alcune migliaia di marinai e avieri e persino alcune legioni dell'ex milizia fascista. Rimane, riconfermato nell'incarico di alto commissario militare e civile anche dagli alleati, il generale Basso, che, bene o male, è riuscito a far sì che i Tedeschi abbandonassero l'isola senza causare molti danni.
In tale contesto, che fine hanno fatto i fascisti? Una storiografia abbastanza consolidata li dà per desaparecidos già nei giorni successivi al 25 luglio del 1943 o quantomeno indaffarati a riciclarsi nel nuovo clima politico. Ricompariranno, sempre secondo detta storiografia, all'ombra delle baionette tedesche, nell'Italia centro-settentrionale, quando Mussolini, nell'ottobre del '43, darà vita alla Repubblica Sociale Italiana. Del resto, tra provvedimenti del governo Badoglio, clausole dell'armistizio alleato e codici militari vari, c'era poco da stare allegri: se tutto andava bene c'era, per i fascisti, l'epurazione, altrimenti pesavano su di loro l'incriminazione, l'arresto, il confino, la fucilazione.