A sinistra: Tato (alias Guglielmo Sansoni), dipinto che celebra il fascismo, in calce l'approvazione autografa di Mussolini
A destra: Umberto Boccioni, "Forme uniche della continuità nello spazio" (bronzo, 1913)
Nascita e sviluppo del movimento
Il Futurismo nasce in un periodo storico in cui le scoperte scientifiche e tecnologiche non solo diedero nuovi impulsi alla produzione, ma contribuirono a cambiare il volto della società, che in Italia era fortemente sbilanciata, dal punto di vista del progresso, al Nord, mentre il Sud, legato ancora all'agricoltura, era segnato dalla disoccupazione e dall'emigrazione.
Marinetti "intuisce" la necessità di una nuova cultura che rappresenti i grandi cambiamenti epocali, e in realtà quando il 20 febbraio 1909 pubblica il Manifesto di fondazione del Futurismo, il movimento ancora non esiste.
Il Manifesto consta di una parte programmatica in undici punti e di una premessa in cui viene narrata in forma allegorica la nascita del Futurismo, che si configura come atto di fondazione di un nuovo credo: la religione della velocità legata a un ad nuova divinità, la macchina.
Pittura e scultura
11 Febbraio 1910: si costituisce il primo nucleo di pittori futuristi, e la loro pittura è legata alla cosiddetta "filosofia del divenire".
I pittori futuristi si proclamano «selvaggi moderni dallo sguardo incorrotto, liberi di far cantare e urlare sulle tele le loro emozioni».
Letteratura
11 Maggio 1912: Manifesto tecnico della letteratura futurista. Dopo tre anni appare la "teoria delle parole in libertà", la maggiore innovazione poetica futurista: «bisogna distruggere la sintassi, disponendo i sostantivi a caso, come nascono, si deve usare il verbo all'infinito, si deve abolire il verbo e l'aggettivo», ma contemporaneamente a questa azione distruttiva della sintassi, viene recuperato un vecchio strumento retorico, l'analogia.
Il nuovo poeta è un poeta asintattico, e dalle parole slegate, che a colpi di intuizione "penetra la materia".
Afferma Marinetti: «Facciamo coraggiosamente il brutto, in letteratura, e uccidiamo ovunque la solennità, bisogna sputare ogni giorno sull'altare dell'Arte».