Excalibur verde

Silvio Berlusconi: dalle storie alla storia

La morte di Berlusconi tra (mal)costume e buona tradizione

di Angelo Abis
<b>Silvio Berlusconi</b>
Silvio Berlusconi
Diciamo la verità, non ci saremmo aspettati che in quel 13 di giugno Berlusconi incassasse la più cocente e definitiva sconfitta politica della sua vita. Solo che quella sconfitta non proveniva dai suoi innumerevoli nemici, che pure in passato tante volte l'avevano dato per spacciato, ma lui pur malconcio e indebolito, aveva sempre risalito la china e sino all'ultimo ha dato filo da torcere ai suoi avversari, prendendosi rivincite di non poco conto, quale quella di aver contribuito in maniera determinante alla nascita del primo governo della storia d'Italia guidato da una donna, per giunta di estrema destra.
Berlusconi è stato sconfitto, all'improvviso, dalla morte. Nessuno se lo aspettava e forse neppure lui, da inguaribile ottimista quale era.
E di fronte alla morte, tutti noi, intendo dire noi Italiani, ci comportiamo in maniera alquanto strana, ma pur sempre nobile: il bacio della morte sopisce antipatie, lascia cadere odii e rancori, copre con un velo pietoso i difetti del defunto e tende, anzi, a evidenziare virtù di cui sino al giorno prima si ignorava l'esistenza. Sarà perché siamo un grande popolo, intriso sino alle midolla di quella profonda cultura cattolica che ci ricorda come di fronte alla morte l'uomo, qualunque uomo, dal più potente al più malvagio, ha bisogno del nostro perdono, della nostra comprensione e del nostro rispetto, perché tutti noi, è solo questione di tempo, ci troveremo nella stessa posizione di un defunto, con tutte le miserie e le fragilità che accompagnano la vita di ogni uomo, nessuno escluso.
Alla luce di queste considerazioni non c'è da meravigliarsi non tanto delle attestazioni di stima e amore tributategli dal popolo di Forza Italia, quanto il pressoché unanime cordoglio espresso dalla moltitudine dei suoi nemici e avversari, cordoglio spesso non di facciata, ma quasi come voce dal sen fuggita: «Era una simpatica canaglia», «era un grande combattente», «malgrado tutto lui mi stimava», ecc.. Certo ci sono state anche voci rancorose, voci sarcastiche, piccinerie, prese di posizioni negative piĆ¹ per interesse politico che per convinzione personale. Ma è stata poca roba e per lo più isolata anche nel proprio ambiente.
Quanto a noi, ci ha sempre interessato il suo progetto politico: fare dell'Italia una grande potenza proiettata a creare una propria sfera di influenza soprattutto nel Mediterraneo e in Africa. Progetto che toccò il suo punto più alto quando stipulò il famoso trattato di amicizia con Gheddafi, ma che pure segnò l'inizio delle sue disgrazie.
Gli dedichiamo questo numero speciale di Excalibur con tutti gli articoli che abbiamo pubblicato nel corso di un ventennio. Sfatando anche la leggenda secondo cui Berlusconi aveva avversari solo a sinistra. Non fu così.
Molti l'osteggiarono anche a destra. Fini non fu un caso isolato, ma rifletteva ostilità, rancori e incomprensioni di una parte della destra.